Necropoli di Piano della Fiera a Butera
Davide Mauro - CC4.0
La Necropoli di Piano della Fiera a Butera è una vasta necropoli articolata in quattro strati, cronologicamente ben distinti.
Al primo e più antico strato, databile dal IX al VI secolo a.C, appartengono quindici tombe. Si tratta di piccole camere a pianta rettangolare e volta piana scavate nella roccia. In esse sono stati rinvenuti alcuni reperti appartenenti al corredo funebre, principalmente fibule e brocche decorate con motivi a piume o flabelli.
Il secondo strato fu utilizzato dal 665 al 500 a.C. A questo periodo appartengono numerose tombe e diversi rituali e tipologie funerarie: deposizione del defunto entro un contenitore ceramico, rito riservato soprattutto ai bambini; la cremazione, ovvero la combustione del corpo del defunto, i cui resti vengono poi raccolti dentro un' anfora o pithos; l'ingenerazione con acephalia, ovvero la cremazione del corpo del defunto ad esclusione del cranio che veniva deposto integro, insieme ai resti combusti e al corredo, all'interno dell'urna. I contenitori, i pithoi, venivano semplicemente deposti nel terreno.
A questo periodo appartiene l'articolata struttura funeraria che caratterizzava la tomba 138, conservata in situ. Si tratta di una camera megalitica costituita da cinque grosse lastre di pietra rozzamente squadrate, ad eccezione di quella meridionale dove si apre l'ingresso della tomba, ricavata da pietra arenaria conchiglifera locale. Il dolmen è inglobato in un recinto rettangolare in pietrame a secco. All'interno del dolmen sono stati rinvenuti vari pithoi con le ceneri, i crani e il corredo funerario.
Nel terzo strato riferibile al 300 a.C predominano le sepolture ad epitympia, cioè piccoli monumenti funerari a tre gradoni in blocchi calcarei con pianta quadrangolare.
Nel quarto strato, cronologicamente compreso tra il III e II secolo a.C, è invece esclusivo il rito della enumazione sia entro sarcofagi fittili, sia entro fossa rettangolare scavata nel terreno e circondata da muretti in pietra.