Cattedrale di Maria Santissima Assunta a Caltabellotta
La Cattedrale di Maria Santissima Assunta a Caltabellotta, nota anche come Cattedrale di Triokala, sorge isolata sulla cima tondeggiante della Rupe Gogàla, in un suggestivo scenario rupestre.
Il termine Triokala fa riferimento all'antica città di Triokala, una delle prime diocesi cristiane sorte in Sicilia che ebbe come suo primo vescovo San Pellegrino.
Fu edificata per volere del conte Ruggero il quale volle costruire un tempio dedicato a San Giorgio, suo protettore, nel luogo in cui vinse la battaglia contro i Saraceni nel 1090. Per tale ragione la chiesa sorge in un luogo marginale rispetto l'abitato, in un'epoca in cui la chiesa Madre veniva ubicata in posizione centrale rispetto il paese.
Dagli ultimi lavori di completamento strutturale è emerso che la quinta cappella è stata l’abside della prima chiesa proto cristiana del luogo, sulla quale gli Arabi nel 850 circa, hanno costruito una Moschea. In seguito alla vittoria di Ruggero sui musulmani nel 1090, fu modificata a Cattedrale.
La chiesa presenta una semplice facciata in pietra viva ed è affiancata dal campanile, localmente chiamato “torre del Mortorio”.
Alla semplicità degli esterni si contrappone la magnificenza degli interni adorni di affreschi, stucchi e pregevoli opere d’arte. La chiesa è suddivisa in tre navate da robusti pilastri cilindrici e semiottagonali, sormontati da semplicissimi capitelli che sorreggono archi a sesto acuto.
Di particolare pregio artistico è la cappella della Madonna della “Catena”. L’opera, realizzata da Antonino Ferraro nel 1590, sull’arcata frontale esterna rappresenta l’Assunzione della Madonna tra gli angeli mentre sulle due colonne laterali sono rappresentati i profeti Geremia ed Isaia. L’interno della cappella è ripartito in due piani di lavoro: in basso degli affreschi che parlano dell’Esodo e del popolo ebraico; in alto sono rappresentati, a grandezza naturale, San Giovanni Battista e San Girolamo, Sant’Antonio di Padova, San Rocco, San Placido, Santa Barbara, Sant’Onofrio detto “Lu pilusu”, San Crispino, San Crispiniano, Santa Marta, Santa Cecilia e San Sebastiano
Tra le opere custodite all'interno della chiesa, di particolare pregio sono: due Madonne con Bambino e la statua marmorea di un santo vescovo tutte di scuola gaginesca.
La chiesa ha subito notevoli danni durante il terremoto del 1968.