Eremo di Santa Maria di Montevergine a Caltabellotta
Il Santuario di Santa Maria di Montevergine a Caltabellotta si adagia su di uno sperone di roccia ai piedi del monte Kratas, poco distante dal fiume Verdura.
Fu edificato nel 1624 per volere di Francesco Alliata, principe di Villafranca, che fece costruire un villaggio cui diede il nome di Sant’Anna.
Le origini del primo insediamento monastico nella zona di Montevergine sono però ben più antiche. Secondo la tradizione risalgono al V secolo quando, a seguito delle invasioni dei Vandali dell’Africa settentrionale, i seguaci di Sant'Agostino giunsero in Sicilia dove condussero una vita da eremita. Nei pressi di Sant'Anna si trovano delle grotte d’epoca preistorica abitate nel tardo medioevo da questi anacoreti. La più importante é quella che si trova nel promontorio di S. Giorgio,
di fronte alla Chiesa di Montevergine, nota come grotta del monaco.
Il complesso è composto da una chiesa e dall’eremo annesso.
La chiesa presenta una semplice facciata con portale ogivale decorato, probabilmente proveniente dall'antica chiesa di San Giorgio. Presenta una sola navata con tre altari per lato. Di particolare pregio sono gli affreschi sono venuti alla luce durante l’ultimo restauro. All'interno della chiesa sono custoditi alcuni capitelli probabilmente appartenenti all'antica chiesa di San Giorgio.
L'eremo si articola su due elevazioni: al piano terra vi sono locali, non molto ampi, adibiti al lavoro dei frati, mentre al piano superiore sono dislocate le celle e il piccolo campanile.
L’eremo di Montevergine riveste per la comunità santannese un grande valore religioso poiché è il luogo in cui è custodita la Croce di Montevergine, un crocifisso ligneo quattrocentesco che, secondo la tradizione, è stato dipinto sulle tavole del letto di S. Brigida e portato dall’Africa dai seguaci di Sant’Agostino.
