Castello Chiaramontano di Favara
Il Castello Chiaramontano di Favara fu costruito intorno al 1280 da Federico II della nobile famiglia dei Chiaramonte. Fu utilizzato dalla famiglia Chiaramonte per molti anni come residenza di caccia. Nel Settecento venne adibito a carcere come testimoniano i numerosi graffiti lasciati nelle pareti dai prigionieri.
Parte dell'edificio risulta circondato da un recinto fortificato. Nella parete esterna del recinto era un tempo presente una torre merlata che si affacciava sulla piazza antistante il castello. Si accedeva alla piazza antistante da un portale in stile gotico, anch'esso perduto. Il nucleo centrale presentava caratteristiche residenziali.
Il grande e unico portale d’ ingresso ogivale immetteva nella corte centrale quadrangolare su cui ruotano e si affacciano tutti gli ambienti. Nel corso dell'ultimo restauro sono stati portati alla luce, nell'andito, residui di affreschi di due stemmi dei Chiaramonte e di San Giorgio. Degna di menzione è un’epigrafe, ricavata in una mensola monolitica in pietra, oggi sistemata sulla parete sinistra dell’ androne d’ ingresso. L’ epigrafe, si riferisce al restauro che il palazzo eseguito il 20 Gennaio 1488 da parte di un tal mastro Bernardo Sitineri per volere dei Perapertusa, in quel tempo barone del feudo di Favara. A questa epigrafe è legata una leggenda popolare.
Salendo per un’ ampia scala posta sul lato occidentale della corte si arriva al piano nobile, luogo di residenza degli antichi feudatari, le cui stanze sono collegate da un ballatoio. Un bellissimo portale immette nella piccola cappella domestica. Dal ballatoio si accede, mediante una stretta scala, ad una stanza molto raccolta con vista panoramica sul mare e sulla corte. Anche questa stanza, anticamente destinata alla servitù, è stata destinata a carcere. Salendo ancora la stretta scala si giunge al terrazzo da cui si può godere di un panorama molto suggestivo.
Oggi il castello è sede di rappresentanza del Comune e viene utilizzato per eventi culturali.