Chiesa Madre di Gela
La Chiesa Madre di Gela, nota anche come chiesa di Santa Maria Assunta, è un superbo esempio di architettura neoclassica della cittadina del golfo.
Fu edificata nel 1760 in sostituzione della trecentesca chiesa di Santa Maria de' Platea. Nel 1844 venne realizzata la facciata in stile neoclassico neoclassica in pietra arenaria e venne innalzata la torre campanaria su progetto di Emanuele Di Bartolo. Per la sua costruzione probabilmente vennero sfruttati i massi della vecchia chiesetta provenienti a loro volta dai templi e monumenti dell'antica città greca.
L'imponente facciata è preceduta da una scalea sulla piazza.
La facciata presenta due ordini di colonne doriche e ioniche e due gruppi di statue. Nella parte superiore della facciata è una grande finestra.
L'interno, a pianta a croce latina con schema basilicale, è suddiviso in tre navate da pilastri e arcate neoclassiche, decorate in oro zecchino; diversi affreschi con iscrizioni latine sono presenti sulla volta della navata centrale.
Tra le opere custodite all'interno della chiesa di particolare pregio sono: la tela "il transito di Maria", appartenente alla vecchia chiesa di Santa Maria de Platea; la tela "l'Assunzione della Madonna", opera di Giuseppe Tresca; un grande organo del 1939 con 31 canne di facciata.
Nella moderna casa parrocchiale sono custoditi dipinti con ritratti di eminenti personaggi ecclesiastici del passato e, nell'archivio, antichi documenti risalenti al XVI secolo.
Durante gli ultimi lavori di rifacimento della pavimentazione sono venute alla luce diverse cripte, probabilmente settecentesche nelle quali sono stati rinvenuti, otre a numerosi resti di scheletri e a centinaia di cocci, reperti di epoca greca come ad esempio una grossa pietra squadrata definita dagli archeologi come una componente della base di un tempio.
