Duomo di Licata
Il Duomo di Licata, noto anche come chiesa di Santa Maria La Nuova, è il luogo di culto principale della città.
Fu edificata agli inizi del XVI secolo su progetto di Pietro Palatino, in sostituzione alla chiesa romanica di Santa Maria di Gesù risalente al VI secolo, ritenuta troppo piccola data della crescita demografica della città,
La chiesa presenta una struttura basilicale in stile rinascimentale su navate, con tre accessi. La cui facciata presenta imponenti pilastri che raggiungono la cornice che separa il primo dal secondo ordine, da cui diramano alcune colonne e dettagli suggestivi.
L'interno ha forma basilicale a croce latina, con tre navate e tre absidi e due cappelle lungo i bracci del transetto. Presenta un soffitto a lacunari lignei, risalente al 1705, un altare in legno scolpito, con elevazione coperta da un timpano spezzato sostenuto da un insieme aggettante di colonne tortili, realizzato nella prima metà del seicento. Nell'altare è posto il crocifisso del Cristo Nero, "miracoloso e colpito dalla sagitte del turco", risalente al 1469 che, secondo la tradizione popolare, è stato annerito dal fuoco delle cataste che i Turchi, durante il sacco seguito all'11 luglio 1553, vi accesero sotto per bruciarlo.
Tra le tante opere custodite nella chiesa, di notevole pregio sono: il fonte battesimale di marmo bianco, dono di Giovanni Caro, signore di Licata e barone di Montechiaro, eseguito tra il 1498 e il 1499 opera di Gabriele di Battista da Como, proveniente dalla vecchia chiesa; una teca artistica che custodisce varie reliquie di Santi e rari documenti e la teca d'argento contenente la reliquia della Santa Croce; una grande tela posta nell'abside dietro l'altare maggiore che rappresenta la "S. Natività della Vergine e i Santi Pietro, Paolo e Angelo", attribuito ad un anonimo fiammingo e risalente alla prima metà del XVII secolo.