Naro

Chiesa Madre a Naro



La Chiesa Madre di Naro è un importante luogo di culto e luogo di interesse storico del borgo.
La Chiesa, con l'annesso convento della Compagnia di Gesù, fu fondata per volere di don Antonino Lucchesi, e per opera del P. Gaspare Paraninfo da Naro, religioso del medesimo ordine, nel 1619 con il contributo economico di diverse nobili famiglie. L'obiettivo fu quello di realizzare al centro della città, lungo il suo asse longitudinale, dove le famiglie nobili edificano i loro palazzi e crearono la via Maestra o dei Monasteri (l'odierna via Dante Alighieri), un importante collegio di studi diretto dai Padri Gesuiti. Nacque così una florida scuola che, per importanza, venne anche paragonata all'Università di Catania, unica allora in Sicilia. Tra i suoi alunni più illustri spicca il nome di Bonaventura Attardi, autore del libro Monachesimo in Sicilia. La scuola venne chiusa nel 1863, a seguito della fondazione del regno d'Italia. La chiesa nel 1867, dopo la chiusura del Vecchio Duomo, prese il titolo di chiesa Madre.
La facciata, suddivisa in due ordini da parastre in pietra viva, è il frutto di un rifacimento operato agli inizi del Novecento. Al primo ordine si apre il portale che, insieme alla parte superiore del campanile, rappresentano gli unici elementi rimasti dell'antica facciata. Il portale in pietra arenaria, pregevolmente intagliato, assume particolare rilievo per la forma architettonica e la decorazione. Ai lati del portale si aprono due piccole finestre che hanno sostituito i due antichi ingressi laterali. Al secondo ordine si apre una grande finestra rettangolare con balconcino e due finestre laterali.
L'interno, a tre navate, è decorato con stucchi e decorazioni opere del rettore P. Carlo Baldone da Naro del 1734.
La chiesa custodisce pregevoli opere, molte delle quali provenienti dal Vecchio Duomo: il fonte battesimale, recante la data del 1484, opera di Nardo da Crapanzano; la statua marmorea della Madonna della Catena, opera iniziata nel 1534 da Antonello Gagini, e conclusa dal figlio Giacomo nel 1543; la statua della Madonna col Bambino detta della Pace, risalente al secolo XIV, di bottega Gaginesca; un Crocifisso nell'atto di spirare, opera di P. Domenico Di Miceli; diverse tele del Provenzani, tra cui spicca l'Annunciazione, opera del 1780 in cui è evidente l'influenza del maestro Vito D'Anna; una Sacra Famiglia, gruppo marmoreo di scuola gaginesca; un sontuoso "Cascerizzo", opera del 1725 dei maestri agrigentini Gabriele Terranova e Giuseppe Cardillicchia, custodito in sagrestia.
Annesso alla Chiesa vi era il Convento dei Gesuiti, oggi in parte abbattuto per far spazio ad una scuola. Il Collegio si articolava intorno ad un ampio chiosco con porticato, del quale oggi rimane soltanto un lato originario ed uno rifatto.

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