Chiesa Santa Caterina a Naro

Davide Mauro - CC4.0
La Chiesa di Santa Caterina a Naro è un pregevole esempio di architettura d'epoca normanna, dichiarato Monumento Nazionale nel 1912.
Fu edificata a partire dal 1366 per volere di Matteo Chiaramonte, Conte di Modica e Signore di Naro, su incarico di Federico III, dopo la pace di Castrogiovanni che mise fine alla guerra tra la fazione latina, composta dalle famiglie Chiaramonte, Ventimiglia, Rosso, Lancia e Palizzi, e la fazione di origine catalana, composta dalle famiglie Moncada, Aragona e Valguarnera, che si contendevano il dominio dell'Isola. Si ritiene che l'edificio sorga sui ruderi di un più antico edificio musulmano.
La facciata, in stile tardo-barocco, risale ad un rifacimento operato nel Settecento. Presenta un unico portale affiancato da due colonne che sorreggono un arco a sesto ribassato, a sua volta sormontato da un'apertura rettangolare.
L'interno, suddiviso in tre navate con absidi, è caratterizzato da archi ogivali sorretti da robusti pilastri cilindrici. La navata centrale presenta due profonde campate illuminate da finestre lunghe e strette con arco a sesto acuto. L'abside centrale presenta una volta a crociera costolonata sostenuta da quattro pilastri angolari con capitelli, è illuminata da una finestra strombata a feritoia posta sopra l'altare, presenta un arco d'ingresso in stile chiaramontano e due bifore tribolate. Pregevole è il soffitto ligneo a capriate, che in origine era dipinto, il cui stile richiama quello coevo della chiesa di Santa Maria dei Greci ad Agrigento. Sulle pareti e nelle absidi laterali è possibile ancora ammirare tracce di affreschi trecenteschi raffiguranti la Madonna con il Bambino e San Michele Arcangelo, attribuiti a Cecco da Naro, autore, insieme a Simone da Corleone e Pellegrino Darenu, dell'affresco del soffitto della sala Magna del Palazzo Steri di Palermo.
Tra le opere custodite all'interno della chiesa, di particolare pregio sono: il quattrocentesco fonte battesimale, scolpito da un unico blocco in marmo, che presenta gli stemmi degli aragonesi e della città di Naro; un arco romano d'ispirazione rinascimentale risalente al 1565 su cui sono raffigurate scene della Via Crucis e scene della vita monastica; una Pietà del 1400, opera dello scultore Giuliano Mancini; un Crocifisso ligneo del 1300.
Sotto l'edificio, durante recenti restauri, è stato riportato alla luce un un ambiente dedicato alla sepoltura con una fossa adibita a sepoltura e sedie-scolatoio lungo le pareti.