Chiesa SS. Salvatore a Naro

philippe.hemmel - CC2.0
La Chiesa del SS. Salvatore a Naro è un importante luogo di culto del borgo situato lungo l'antica via dei Monasteri, l'attuale via Dante Alighieri.
Fu edificato, insieme all'annesso convento delle Benedettine, intorno al 1398, anno in cui re Martino, il Giovane e la regina Maria si trovavano a Naro. Nel corso dei secoli il complesso fu sottoposto a vari rimaneggiamenti: nel 1530 venne ampliato il convento e rinnovata la facciata; nel 1750 fu eretto il campanile; negli anni Cinquanta del Novecento l'antico Monastero delle Benedettine venne demolito per far posto ad una scuola elementare. Dell'antico e pregevole edificio non rimane che cantonale d'angolo, chiamato Quarto Nobile, caratterizzato da poderose lesene e balconi ornati di ricche mensole.
La facciata, suddivisa in due ordini, è incompleta. Il primo ordine è decorato con pregevoli intagli di gusto spagnolesco ed è scandito da sei robuste paraste con piedritti e capitelli di ordine corinzio. Al centro si apre il portale aggettante affiancato da colonne tortili, aggiunte in pieno seicento, e sovrastato da una elegante edicola. A fianco del portale si trovano due nicchie con le insegne abbaziali che custodiscono le statue di San Benedetto da Norcia, a sinistra, e della sorella Santa Scolastica, a destra, fondatori dell'Ordine Benedettino. Il secondo ordine, rimasto incompleto, presenta quattro finestre difese da fitte grate di ferro. A fianco del prospetto si erge la massiccia torre campanaria, opera del 1750 rimasta incompleta.
L'interno, ad unica navata, presenta una ricca decorazione di stucchi e di affreschi: sulla volta sono raffigurati episodi della vita di San Benedetto e della sorella Scolastica, opera del 1764 di Domenico Provenzani.
Tra le opere custodite all'interno della chiesa, di particolare pregio sono: un sarcofago di porfido nero del Seicento, sostenuto da due leoni, che racchiude i resti di Giuseppe Lucchesi, Marchese di Delia, ispirato al sacello di Federico II, custodito nella cattedrale di Palermo; un sarcofago di marmo bianco, contenente le ceneri del figlio Assuero, morto a 18 anni, ultimo rampollo dei Duchi d'Alagona; la statua marmorea della Madonna del rosario del 1498, chiamata comunemente la Madonnina di Trapani; un Crocifisso ligneo settecentesco; la statua settecentesca di San Benedetto in stile rococò; la statua tardo cinquecentesca di San Eligio, d'ispirazione manieristica; la pregevole macchina dell'altare in legno intagliato, opera di Giosuè Durando e Nicolò Bagnasco del 1795; un'artistica teca, in legno e vetro, che custodisce il corpo di San Torpedo; la Natività, ultimo quadrone esistente nella chiesa, dei sei eseguiti nel 1735 dal P. Domenico Di Miceli.
Al convento delle Benedettine è legato un episodio di sangue avvenuto nel 1411, durante le lotte tra la fazione latina e quella catalana. La città di Naro, che parteggiava per Bianca di Navarra, Vicaria del Regno di Sicilia, fu saccheggiata da Bennardo Cabrera, capo della fazione catalana, che prese possesso del castello, trucidò il castellano, Lopez Leon, e fece seppellire viva l'innocente monaca Cannizzaro, badessa del convento colpevole di essere la cugina del castellano.