Borgo di Santa Tecla
Santa Tecla è un borgo marinaro adagiato su una suggestiva piattaforma lavica a lato della Timpa.
Studi geologici danno la presenza nel sottosuolo di numerose faglie attive di origine vulcanica,la più imponente è nota come Faglia di Santa Tecla.
Le prime notizie storiche di questo borgo marinaro risalgono al 902, quando, secondo lo storico arabo Nwwayuri, vi sbarcarono gli Arabi provenienti da Taormina.
Il nome Santa Tecla deriva dal termine arabo Sciant Tagla, ossia luogo di approdo, come riportato nel "Libro di Ruggero" del geografo arabo Al Idrisi nel 1154. Nel tempo, per assonanza, la pronuncia sarebbe mutata in Santa Tecla, e fu in seguito costruita una chiesetta con tale nome. Secondo un'altra ipotesi, il toponimo deriva invece dalla chiesetta ivi costruita in epoca normanna dedicata a Santa Tecla.
Tra i luoghi di interesse del piccolo borgo: la Chiesa Madre di Santa Tecla che custodisce una tela di Santa Tecla del pittore acese Giacinto Platania del XVII secolo; il Santuario della Madonna di Fatima e Santa Tecla, un santuario all'aperto realizzato in pietra lavica con un altare costituito da un unico blocco di lava; una Garitta di Guardia del XVII secolo; il sito detto la Madonna del Buon Riposo, situato nella parte alta di via Balestrate, dove sorge un altarino costruito nei primi decenni del secolo scorso in un piccolo slargo; la zenia o noria, antico strumento di sollevamento acqua per irrigazione importato dagli arabi; le calette nella scogliera lavica.
