Chiesa di San Camillo ad Acireale
La Chiesa di San Camillo ad Acireale, dedicata alla Madonna delle Grazie, è conosciuta come la chiesa di san Camillo in quanto, ultimata la sua costruzione, fu affidata alla cura dei Camilliani che arrivarono ad Acireale intorno al 1740.
Fu edificata nel 1730 e la costruzione fu portata a termine soprattutto grazie alle donazioni di Pietro Barrabini, nobile letterato di origine genovese la cui famiglia si trasferì prima a Messina e poi ad Acireale. Negli stessi anni fu costruito, a ridosso della chiesa, un ospizio che che offriva assistenza e aiuto ai poveri, agli orfani e agli ammalati della città.
La facciata si sviluppa in altezza ed è limitata da due grandi lesene in pietra bianca con capitelli dorici, sostenute da basamenti di pietra lavica. Il portale, in pietra bianca di Siracusa, presenta due lesene, sormontate da capitelli corinzi, decorate con motivi antropomorfi e fitomorfi che poggiano su basamenti di pietra bianca e pietra lavica. Al centro dell'architrave, caratterizzata da motivi geometrici e da una cornice a linee spezzate, è collocata una testa di angelo. Tra l’architrave e il piccolo balcone con balaustre, dal quale riceve luce la cantoria, è collocata la croce, stemma dei camilliani.
L'interno si sviluppa in posizione sopraelevata rispetto al piano stradale ed è accessibile tramite una scala di ingresso interna. Presenta un'unica navata ed è riccamente decorato con gli affreschi del celebre pittore acese Pietro Paolo Vasta. Gli affreschi furono commissionati dal giovane camilliano Litterio Risitano e furono eseguiti tra il 1743 e il 1745, anni della maturità del Vasta, il quale godeva ormai di una grande fama e raffigurano la beatificazione di Camillo de Lellis voluta da papa Benedetto XIV nel 1742 e la sua successiva canonizzazione avvenuta nel 1746. Per volere del giovane Risitano, che commissionò l'opera, gli affreschi sono un inno a Maria che rappresenta uno dei cardini della spiritualità dei camilliani.
