Chiesa del Sacro Cuore a Bronte
La Chiesa del Sacro Cuore di Bronte è posta sul Corso Umberto al centro del prospetto del Collegio Capizzi fra l’ala antica settecentesca e quella neoclassica costruita nei primi anni del 1900.
Fu edificata nel 1907, nell’area in cui sorgeva la vecchia Cappella di san Rocco, per volere del Rettore del Collegio Giuseppe Prestianni, su progetto dell’architetto Leandro Caselli. La stile compositivo e la maggiore altezza della Chiesa rispetto al Collegio, la rendono visivamente autonoma.
Nella facciata si alternano superfici piane a superfici a bugnato finto, inoltre è possibile notare elementi decorativi classici. L’architrave triangolare del portale è sostenuto da due colonne realizzate in pietra lavica e poggiate su piedistalli prismatici, con capitello in pietra bianca. Una cornice modanata separa il primo ordine dal secondo, dove, nello spazio delimitato dalle due paraste, si trova un rosone a ventaglio realizzato con del vetro colorato, tale struttura filtra la luce all’interno della chiesa. Al di sopra del rosone il disegno dell’architrave è ripreso nel cornicione che chiude la elegante composizione architettonica.
L’interno presenta una forma rettangolare con aula absidale, vi è un’unica navata segnata da due grosse lesene con cinque altari in marmi policromi, opera dell'artigiano marmista Domenico Spampinato.. Nell’intera chiesa risaltano decorazioni di stucchi dorati di ispirazione barocca con anche elementi rinascimentali e classici. L'imponente altare maggiore, in marmo bianco, è sovrastato dalla statua del Sacro Cuore di Gesù dove spiccano le figure in bronzo lavorato a bassorilievo dei quattro evangelisti e in basso, nel paliotto, le due statuine di San Pietro e San Paolo. In alto sotto il cornicione, sono rappresentate le teste dei dieci apostoli.
Di particolare interesse è il monumento al Venerabile Ignazio Capizzi, fondatore del Collegio, posto nella parte sinistra della navata della chiesa. Il monumento funebre, donato da un ex collegiale, l'on. Marcello Dell'Utri, è opera del 1993 dello scultore Ivo Celeschi. Rappresenta il mondo, lacerato e sconvolto da emarginazioni, ingiustizie, violenze, sul quale, da un seme aperto, germoglia e s'innalza una alta croce, segno di speranza e di giustizia.