Chiesa Maria SS. del Rosario a Fleri - Zafferana Etnea
La Chiesa di Maria SS. del Rosario a Zafferana Etnea sorge nella borgata di Fleri e rappresenta un pregevole esempio di continuità tra antico e moderno.
E' certo che sin dal 1667 esistesse a Fleri una piccola chiesa dedicata a Sant'Agata. Con il passare degli anni, la piccola chiesa presto risultò inadeguata al numero crescente della popolazione e, nel 1860, fu costruito un nuovo edificio sacro per volere della baronessa Caterina Guttadauro Francica Nava di Bontifé. La nuova chiesa venne intitolata a Maria SS. del Rosario e S. Agata. L'edificio fu sottoposto a diversi eventi calamitosi: terremoti, alluvioni, gli eventi bellici del 1943 e, il 25 ottobre 1984, una forte scossa sismica rese l’edificio ottocentesco definitivamente inagibile. Nel 1990 fu deciso allora di costruire una nuova chiesa accanto il vecchio edificio sacro.
Vecchia e nuova costruzione si fondono insieme: il nuovo edificio non presenta, volutamente, un tradizionale prospetto principale, con lo scopo di lasciare alla vecchia chiesa ottocentesca il ruolo di nobile facciata.
La nuova costruzione è stata realizzata, su progetto dell’arch. Ugo Cantone, con l'obiettivo di creare un itinerario, attraverso un percorso di spazi, che simboleggia un cammino di fede: sono presenti tre livelli a cui sono associati tre significati simbolici.
La prima tappa in questo percorso di fede è rappresentata dalla zona criptica dove si trova il fonte battesimale: una grande vasca a cui si accede scendendo alcuni scalini per simboleggiare che è necessario scendere nella morte per riemergere con Gesù Cristo a vita nuova. Il battistero è circondato da quattro cappelle con figure plastiche dove sono illustrati i momenti salienti della storia della salvezza. E' un luogo di meditazione.
La seconda tappa di questo percorso di fede è l’aula per la celebrazione eucaristica. Questo spazio rievoca simbolicamente l’antica chiesa a tre navate con transetto.
Ultima tappa di questo cammino è il Matroneo, l’ambiente della luce e del canto, che prepara all’ascesa verso la liturgia celeste. Il Matroneo custodisce un grande Crocifisso in terracotta, opera di Dino Cunsolo, che simbolicamente congiunge la terra ed il cielo.