Castello Ventimiglia di Castelbuono
Il Castello di Castelbuono è simbolo del borgo di Castelbuono.
Il castello fu edificato per volere della famiglia dei Ventimiglia, una delle più ricche e nobili famiglie della Sicilia a cui è legata l’esistenza stessa della città di Castelbuono. Sulle origini di Castelbuono è noto infatti che nel 1269 il re Carlo d’Angiò confisca lo stato feudale di Geraci ai Ventimiglia, costringendo l’allora capofamiglia Alduino a spostarsi, insieme agli abitanti del suo villaggio, ad Ipsigro, un antico casale bizantino, che si trovava proprio dove oggi sorge il centro di Castelbuono. In concomitanza con il trasferimento, iniziano i lavori di costruzione della fortezza, sui resti di una costruzione bizantina pre-esistente. Nel corso dei secoli il castello subisce diverse trasformazioni: nella seconda metà del ‘400 viene dato più spazio alla cappella interna per accogliere le reliquie del teschio di Sant’Anna; nel 1863 Francesco Rodrigo Ventimiglia fa eseguire nuove decorazioni alla cappella del palazzo ingaggiando i due fratelli siciliani, Giuseppe e Giacomo Serpotta, che realizzano una delle più importanti opere d’arte della loro vita, che li consacrerà come artisti italiani e siciliani conosciuti a livello internazionale. Il Castello venne infine acquistato dal comune di Castelbuono nel 1920 e trasformato in un Museo Civico.
Il castello di Castelbuono presenta una semplice pianta quadrangolare e mostra all'esterno un misto di stili che in quel periodo influenzavano tutta l'architettura siciliana: il volume a cubo richiama lo stile arabo; le torri angolari quadrate riecheggiano quello normanno; la torre rotonda si rifà invece alle costruzioni militari sveve. Nel terremoto degli inizi del XIX secolo scomparvero i merli, della forma ghibellina, a coda di rondine, ed inoltre mura di cinta, torri ed archi, oggi andati in rovina. Alcune strutture difensive del XIII secolo e alcuni ambienti del XIV secolo sono invece rimasti intatti.
All'interno le ricche sale hanno i soffitti a cassettoni scolpiti e decorati, e finestre e portali di stile gotico. Di particolare pregio è il soffitto ligneo quattrocentesco della Sala Magna decorato e poggiante su mensole scolpite. La cappella di Corte fu più tardi trasformata in magazzino e successivamente in teatro.
Di particolare pregio è la Cappella Palatina dove è conservata l'urna del 1521 della reliquia di Sant'Anna, a forma di busto e ornata di rilievi, con scene della vita di sant'Anna e san Gioacchino e la nascita di Maria. L'interno della Cappella è interamente rivestito di stucchi, opera dei fratelli Giuseppe e Giacomo Serpotta ordinati da Francesco Rodrigo Ventimiglia. Vi sono raffigurate figure umane virili, putti, angeli, elementi floreali sacri e mitologici, con una varietà di stile che va dal quello più arcaico pesante di Giuseppe, a quello più agile e realistico di Giacomo. L'apparato figurativo si compone di quattro allegorie: la Presentazione di Maria al Tempio; sposalizio di Giuseppe con Maria; allegoria del Paganesimo e del Cristianesimo. Negli stalli del coro sono presenti i mezzibusti dei Signori Ventimiglia e i personaggi dell'Antico Testamento.