Chiesa del SS. Salvatore a Gangi
La Chiesa del SS. Salvatore a Gangi è un antico edificio di culto del borgo.
Fu edificata nel XVII secolo sui resti di un edificio intitolato a San Filippo e fu oggetto di ristrutturazione nei secoli successivi.
La semplice facciata a capanna, che volge ad oriente, è arricchita da un pregevole portale ad arco, con incisa sulla chiave di volta la data 1849 che ricorda l'ultimo restauro, affiancato da una doppia coppia di lesene che sorreggono l'architrave e un frontone triangolare. Esso è sormontato da due piccole aperture rettangolari laterali e da una finestra circolare. Sulla facciata laterale è presente un secondo artistico portale risalente al XVII secolo. A sinistra della facciata, si erge il campanile sormontato da guglia conica rivestita da piastrelle colorate tilobate, coronato da una croce in ferro.
L’interno della chiesa, presenta un’unica navata con colonne laterali intermedie tra gli altari e l'altare maggiore riccamente decorato. Sull'abside si ammira l'affresco del Sacrificio di Isacco opera di Salvatore De Caro del 1816. Sulla volta, a seguito di un terremoto, rimangono solo le tracce degli affreschi dello stesso autore.
Tra le opere custodite nella chiesa, di notevole pregio artistico sono: la tela Lo Spasimo di Sicilia, opera del 1612 di Giuseppe Salerno, meglio noto come lo Zoppo di Gangi; un grande Crocifisso ligneo opera pregevole del francescano Frate Umile da Petralia; un dipinto con le pie donne, di autore ignoto, collocato dietro l'altare maggiore; la statua lignea dell'Angelo Custode del 1812 e la statua lignea di San Filippo Apostolo del 1813, opere del gangitano Filippo Quattrocchi; il gruppo della Trasfigurazione sul Monte Tabor, opera del 1598 dello scultore Paolo Pellegrino.