Chiesa di Santa Maria Maggiore a Polizzi Generosa
La Chiesa di Santa Maria Assunta di Polizzi Generosa, nota anche come Chiesa di Santa Maria Maggiore, collocata nella parte alta del paese ai piedi del colle dominato dal castello, è il principale luogo di culto del borgo.
Non è noto l'anno della sua fondazione ma, secondo gli storici, la chiesa risalirebbe alla metà del XI secolo, all'epoca normanna. La costruzione venne successivamente ampliata dalla Contessa Adelasia di Adernò, nipote del Gran Conte Ruggero, e signora di Polizzi, e ancora in epoca spagnola, sotto i Ventimiglia in stile gotico e varie volte rimaneggiata nel corso dei secoli. I caratteri originali normanni sono riconoscibili sotto il cinquecentesco portico laterale, nella finestra lunga e stretta e nell'antico portale di San Cristoforo risalente al Trecento.
La facciata è arricchita dallo splendido portale cinquecentesco, dall'ampia scalinata d'accesso e dai possenti campanili angolari. Sulla porta d'ingresso sono poste La Strage degli Innocenti e Il Martirio dei Diecimila Martiri, opere di Johannes de Matta, rispettivamente tempera e olio su tela, ambedue collocabili nel quarto decennio del 1500.
L'impianto interno è di tipo basilicale a tre navate suddivise da pilastri con capitelli e archi a sesto acuto.
All'interno della chiesa sono custodite opere di notevole pregio tra le quali spicca il quattrocentesco trittico fiammingo attribuito a Rogier de la Pasteur, artista fiammingo, allievo di Robert Campin, conosciuto con lo pseudonimo di Rogier van der Weyden. E' ritenuto il più bel quadro fiammingo di Sicilia ed è un olio su tavola di rovere che raffigura nel pannello centrale la Vergine ammantata di rosso con il Bambino sulle ginocchia, intento a scorrere un libro, seduta su trono sotto un baldacchino, affiancata da quattro angeli musicanti, due per parte. Nei pannelli laterali vi sono due Sante Vergini raffigurate con gli attributi del loro martirio, a sinistra S. Caterina d'Alessandria con la spada e un libro, a destra S. Barbara con la palma e accanto la torre dove venne rinchiusa. I tratti delle figure sono di commovente bellezza, di una serenità soprannaturale, sullo sfondo una natura paradisiaca.
Tra le altre opere custodite all'interno della chiesa degne di nota sono: il fonte battesimale di epoca rinascimentale, manufatto marmoreo attribuito a Giorgio da Milano che reca sull'esterno della conca in rilievo l'Annunciazione, la Natività, l'Adorazione dei Magi, il Battesimo di Gesù; il quattrocentesco sarcofago in marmo recante sulla lastra tombale di copertura la figura giacente di San Gandolfo, commissionato dai Giurati di Città e dal Procuratore della Cappella a Domenico Gagini nel 1482; l'urna d'argento che conserva le spoglie del Santo patrono di Polizzi, opera degli argentieri Andrea Di Leo, Nibilio Gagini, Giuseppe Gagini, Giovanni Zuccaro, realizzata tra il XVI e XVII secolo su incarico dei Giurati e dell'Università di Polizzi nel 1549. Il primitivo involucro è interamente rivestito da lamine d'argento, suddiviso in nicchie intervallate da paraste, contenenti le statuette degli Apostoli, San Francesco d'Assisi, Sant'Antonio di Padova e l'Annunciazione. Il mezzobusto sormonta il manufatto caratterizzato dalle pregevoli fattezze del volto argenteo di San Gandolfo, opera magistrale di Nibilio Gagini; la tela di Giuseppe Salerno, lo "Zoppo di Gangi", raffigurante la Natività del Signore e Trionfo dell'Eucaristia risalente al 1616; il Trittico marmoreo di Bartolomeo Berrettaro e Giuliano Mancino realizzato con la collaborazione di Francesco del Mastro. Attente analisi suggeriscono l'intervento di Antonello Gagini nella realizzazione delle fattezze del realistico Poverello. L'opera raffigura la Vergine con bambino tra San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio di Padova, commissione nel 1524, proveniente dalla chiesa di San Francesco.