Leggenda di Dafni
Cefalù è il luogo del mito di Dafni, un giovane pastore poeta inventore del canto bucolico siciliano.
Dafni, figlio del dio Hermes e della ninfa Dafnide, fu abbandonato in un bosco di piante di alloro. Il bimbo venne trovato dai pastori che se ne presero cura insieme alle attenzioni di Apollo, Pan e Artemide che gli insegnarono a suonare e comporre poesie bucoliche. Diviene presto un uomo bellissimo conosciuto per i suoi versi, le sue poesie e il delicato canto che accompagnava con il suono della zampogna. La sua fama fu tale da essere invitato a palazzo del re Zeno, il quale era desideroso di ascoltare il suo canto e le sue poesie. Fu in quell'occasione che la regina Clifene, sedotta dal fascino del pastore, cercò di sedurlo. Ma il giovane, sposato con Echeneide figlia di Giunone, non cedette alle sue lusinghe. La regina non accettò il rifiuto, e organizzò, approfittando dell’assenza del re, un’altra cerimonia a palazzo invitando Dafni. L'astuta regina diede da bere al pastore un potente vino dagli effetti afrodisiaci e così il poeta si offrì a lei e al suo amore.
A seguito di questo evento Giunone vendicò la figlia accecando Dafni. Fu così che il pastore, disperato e cieco, iniziò a vagare per le campagne siciliane continuando a suonare e cantare, ma questa volta solo canzoni tristi. Giunto nei pressi di Cefalù, decise infine di togliersi la vita gettandosi da un precipizio, ma il padre Hermes ebbe pietà del figlio e, nell’attimo prima di schiantarsi lo trasformò in una rupe.
Secondo la leggenda siciliana di Dafni quella rupe sorge ancora oggi sul mare di Cefalù ed è infatti inserita nel registro dei luoghi e della memoria della Regione Siciliana.