Leggenda della Rocca di Entella


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Lhossine - CC3.0

La leggenda della Rocca di Entella narra della figlia del califfo Ibn Abbàd che preferì darsi la morte pur di non arrendersi all’imperatore.
Federico II combatté strenuamente gli ultimi baluardi di resistenza musulmana in Sicilia ed il capo indiscusso della ribellione araba fu un certo Muḥammad ibn ʿAbbād che si proclamò “Principe dei credenti”. Secondo fonti storiche Muhammad sarebbe stato sconfitto nella roccaforte islamica di Iato nel 1223, catturato e impiccato a Palermo. Secondo la storia leggendaria dello scrittore arabo Al-Himarŷ, l’emiro si sarebbe arreso con la promessa di avere salva la vita a patto di allontanarsi per sempre dall’isola verso la Tunisia, ma durante la traversata sarebbe stato tradito, pugnalato e gettato in mare. La morte di Muhammad scatenò il desiderio di vendetta della figlia.
La leggenda narra che, la giovane si mise a capo degli ultimi ribelli ed si arroccò nella fortezza di Entella. La rocca venne fortificata e i guerrieri addestrati e due due anni dopo, la principessa inviò una missiva al sovrano normanno scrivendo di essere pronta alla resa. Secondo l’accordo, ella avrebbe accolto di nascosto 300 guerrieri normanni che, di notte, avrebbero conquistato la roccaforte. Federico II accettò e inviò 300 tra i suoi migliori cavalieri alla roccaforte, ma questi furono assaliti e uccisi dagli arabi. Quando Federico si accinse a prendere la roccaforte le teste dei suoi soldati penzolarono dai torrioni del castello. L’imperatore cercò di rivalersi a sua volta con l’astuzia e le fece una falsa proposta di perdono, ma la donna non cedette alle lusinghe rimanendo nella sua posizione. E solo dopo un lungo assedio la rocca di Entella fu conquistata e abbattuta, ma della donna fu trovato solo il cadavere perché ella aveva preferito darsi la morte.

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