Leggenda del tesoro di San Marco ad Aidone
Hasan Almasi su unsplash
La leggenda narra di un tesoro protetto da un incantesimo e di una tragica storia d'amore.
Si narra che un misterioso cavaliere vagasse con il suo fidato destriero per le contrade di Aidone. Una sera di maggio, dopo tre giorni ininterrotti di cammino, concesse a se stesso e al suo cavallo un pò di riposo. Ma il riposo del cavaliere era tormentato dal ricordo della sua amata, scomparsa misteriosamente. Fu allora che avvenne un prodigio: una grande ninfea si dischiuse e dalla sua corolla apparve una spendida donna. Questa si rivolse al cavaliere dicendogli che la sua amata era stata rapita dalle fate che custodiscono il tesoro di San Marco, le quali avevano fatto della sua amata la propria regina. La donna disse però al cavaliere che esisteva un modo per liberare la sua amata: se nella notte di plenilunio, la notte della fiera che si teneva ogni sette anni, egli si fosse recato presso la Chiesa di San Marco e avesse spezzato le catene che legavano il toro bianco che custodiva il tesoro, la sua amata e il tesoro con l'anello nunziale della regina sarebbero stati riscattati. La donna raccomandò infine al cavaliere di non toccare la donna fino allo spuntare del sole.
Il cavaliere attese oltre un anno la notte del plenilunio e guidato dalle stelle raggiunse la Chiesa di San Marco. Come annunciato dalla donna della ninfea, quella notte vi era una grande fiera e il cavaliere venne accolto festosamente come l'eletto. Giovani donne bellissime gli donarono dei fiori che, tra le sue mani, divennero d'oro. Le fate gli spiegarono che, per tutta la notte della fiera, tutto ciò che viene toccato da mani umane si sarebbe trasformato in oro. Il cavaliere si diresse nella valle dove pascolavano armenti e greggi, avvistò il toro bianco e con la spada sguainata colpì la catena che legava il toro per il collo. La catena si spezzò e con essa anche l'incantesimo fu spezzato. Il cavaliere, guidato dalla sua stella, si mise in cammino verso il palazzo della regina delle fate. Non appena il cavaliere vide finalmente la sua amata, le corse incontro e la strinse fra le sue braccia dimenticando l'avvertimento della donna della ninfea. Fu allora che la sua amata venne trasformata in una bellissima statua d'oro. Il cavaliere, persa ogni speranza di ricongiungersi alla sua amata in vita, salì in groppa al suo fidato destiero, raggiunse la cima del Monte Molera e si lanciò in grande abisso per ricongiungersi alla sua amata.
Questa storia è narrata nelle Leggende Paesane" di Ettore C.apra Cordova.