Leggende della grotta di Calafarina
Tre diverse leggende narrano di un misterioso tesoro nascosto presso la grotta di Calafarina a Marzamemi.
Una prima leggenda è la leggenda della vedova dell’emiro, e affonda le sue radici al tempo della dominazione araba in Sicilia. La vedova di un emiro arabo caduto in combattimento contro i Normanni, in compagnia del figlio e di una carovana carica di tesori, si diresse verso Marzamemi per salpare da lì in Egitto. La donna, preoccupata che le sue enormi ricchezze potessero essere saccheggiate dai pirati durante il viaggio, ordinò che il tesoro venisse sepolto all’interno di una cavità nei dintorni. Gli schiavi che eseguirono l’ordine vennero successivamente assassinati, affinché non potessero rivelare l’esatta ubicazione. Ancora oggi si mormora che le loro anime siano rimaste intrappolate nella grotta e che, nelle notti di febbraio, i loro lamenti risuonino nell’oscurità, invocando il nome di chi sarà in grado di rompere l’incantesimo per trovare il grande tesoro.
La seconda leggenda è la leggenda di Zoraide e il pesce immortale e risale anch’essa all’epoca araba in Sicilia. Secondo la tradizione, in quel periodo, sopra la grotta di Calafarina, sarebbe esistito un castello moresco. L’edificio sarebbe stato conquistato dal generale bizantino Maniace, che lo donò alla figlia Zoraide perché vivesse lì circondata dalle ricchezze. Il generale bizantino fu presto ucciso dalla sua stessa moglie, Zoe, che organizzò un complotto insieme al nuovo imperatore Costantino. Prima di morire, Maniace rivelò alla figlia come porre sotto incantesimo il tesoro. Zoraide morì successivamente in battaglia ma, prima di spirare, riuscì a gettare un anello incantato in mare, che venne mangiato da un pesce reso così immortale. Secondo la Leggenda, solo cho riuscirà a trovare i rari frutti marini di cui si nutre questo pesce e a catturarlo, potrà mettere le mani sul tesoro custodito nella grotta di Calafarina.
La terza leggenda è la leggenda di Cala Farina. Essa narra di certo Cala Farina, inviato in Sicilia in qualità di vicerè dal re Varvalonga, il quale, giunto a Marzamemi, iniziò ad accumulare un’immensa ricchezza. Un giorno, il re lo convocò a corte e Cala Farina ordinò alla figlia di proteggere il suo tesoro, dicendo anche di uccidersi in caso di suo mancato ritorno. Cala Farina venne ucciso e la figlia, non vedendolo tornare, si tolse la vita come da richiesta del padre. Secondo la leggenda, l’incantesimo che custodisce l’immenso tesoro di Cala Farina potrà essere spezzato pronunciando le esatte parole che la ragazza disse prima di morire.