Il Miracolo della Lavina
A Cerami sorge il Santuario della Madonna della Lavina che custodisce un'antica effige raffigurante la Madonna.
Nello stesso luogo in cui oggi sorge il santuario, nel XIV secolo sorgeva una cappella annessa a un convento di suore benedettine. Due secoli dopo il vecchio edificio crollò. Si narra che sotto le macerie sia rimasto seppellito anche un quadro raffigurante la Madonna. Sul ritrovamento di tale quadro esistono due racconti.
Il primo narra che la mula di un viandante, quando attraversava i luoghi in cui sorgeva l'antica cappella, si inginocchiasse e non volesse proseguire il suo cammino. Fu così che il viandante chiese aiuto ai contadini che lavoravano i campi vicini. Questi, vedendo che la mula cercava di scavare nel terreno con gli zoccoli, iniziarono anch'ssi a scavare fino al ritrovamento del quadro.
Il secondo racconto narra che la Vergine Maria sia apparsa in sogno ad una delle suore del convento indicandole il luogo dove si trovava il quadro. Nonostante l'insistenza della suora nel persuadere l'Arciprete del paese a scavare in quel luogo, ella non riuscì ad ottenere nulla. Alla terza apparizione in sogno, la Madonna disse alla suora che un fortissimo temporale avrebbe riportato alla luce l'effige. E così fu: il giorno seguente, dopo un forte temporale, una trave in legno, a cui era inchiodato il quadro, galleggiava nella lavina. L'Arciprete, pentito, fece suonare a distesa le campane e una gran folla si recò sul luogo. Il ritrovamento sia accompagnato da un evento miracoloso: un contadino di nome Giuseppe, cieco da tredici anni, baciata la sacra effige, riacquistò la vista.