Misteri sul "Ritratto di ignoto marinaio"
Il Ritratto di ignoto marinaio di Antonello da Messina esposta al Museo Mandralisca di Cefalù, custodisce diversi misteri.
Il dipinto è un ritratto di un uomo con un sorriso spontaneo, tra il beffardo e il complice, che ha suscitato nel tempo diverse reazioni in chi lo incrociava e che ha fatto nascere una serie di misteri sull'identità dell'uomo ritratto, sulla presenza di alcuni graffi sul dipinto, sul suo ritrovamento. Il dipinto ha suscitato l'interesse anche di scrittori quali Vincenzo Consolo e Leonardo Sciascia.
Circa l'identità dell'uomo ritratto sono state fatte diverse ipotesi: c'è chi sostiene si tratti dello speziale della bottega presso cui si trovava l'opera, chi sostiene si tratti di un nobile, di un uomo facoltoso, dello stesso Antonello da Messina in un autoritratto, chi un ambasciatore-vescovo di Cefalù. Secondo Leonardo Sciascia nella sua riflessione “Il gioco delle somiglianze”, l'uomo ritratto potrebbe somigliare a tutti e a nessuno di noi.
Per quanto concerne il mistero del ritrovamento del quadro e della presenza dei graffi sulla tela, è stato lo scrittore Vincenzo Consolo con il suo romanzo Il sorriso dell’ignoto marinaio a riprendere la teoria del marinaio protagonista del dipinto e riportare una leggenda sul ritrovamento: si narra che il ritratto fosse custodito a Lipari in una bottega di uno speziale dell’isola che lo utilizzava come anta di uno stipo e che la figlia dello speziale, non sopportava più quel “ghigno”, a tratti beffardo, del protagonista del dipinto, inflisse i graffi nel dipinto.
Si narra inoltre che, durante un'operazione di restauro della parte superiore del volto, proprio vicino agli occhi, il ghigno dell’uomo abbia infastidito talmente il restauratore al punto da portarlo a cavargli le pupille.