Sant'Alfio e l'eruzione dell'Etna del 1928
Vincenzo Miconi - CC4.0
Il 3 novembre del 1928, nel cuore della notte, si aprì una bocca eruttiva e la lava si incanalò nel torrente dei Magazzeni, che lambisce il paese di S. Alfio.
Il pericolo era imminente, la gente prese i beni più cari dalle proprie case e accorse nella Chiesa, invocando l'aiuto di Dio e dei Santi Patroni. I cittadini partirono in processione verso Magazzeni con le Sacre Reliquie dei tre Santi Patroni, quando giunsero presso Contrada Finaiata, la terra iniziò a tremare e si sentì un rumore cupo. Giunti alla chiesetta - oratorio del feudo della Cerrita, la colata lavica si fermò.
Nel luogo in cui la colata si fermò fu eretto il piccolo santuario di Magazzeni, in ricordo dello scampato pericolo per il paese di Sant'Alfio.
A ricordo di questo evento, nella sacrestia della chiesa Madre di Sant'Alfio si conserva un quadro in cui è dipinta la processione dei fedeli che si muove incotro la lava ed, in alto, l'immagine dei Tre Santi Patroni. Una curiosità legata a questo quadro è il fatto che mentre i due Santi Filadelfo e Cirino recano la palma in mano, la palma di Sant'Alfio giace a terra avanti a lui. Questo perchè, il giorno dell'eruzione, vennero posti sull'altare le statue dei Santi Patroni e, nella fretta, la palma di argento che recava in mano Sant'Alfio non fu avvitata bene e cadde a terra. Il popolo volle leggere in questo avvenimento un lieto presagio: Sant'Alfio aveva buttato a terra la sua palma per indicare che quella terra apparteneva a lui e che la lava doveva rispettarla fermandosi.
Giorno 4 novembre 1928 si aprì un'altra bocca eruttiva che in poco tempo sommerse l'antica Mascali. Il rumore avvertito il giorno precedente a Sant'Alfio era dovuto ad un brusco arresto della corrente lavica, la quale si ritiene abbia imboccato una voragine sotterranea.