Scecchi: asini in siciliano
Jules Verne Times Two - CC4.0
In Sicilia gli asini si chiamano scecchi. L'origine di questo termine è legato alla leggenda del Re Miramolino.
Si narra che, al tempo della dominazione araba in Sicilia, il Re Miramolino si adoperò per raggiungere una reciproca tolleranza tra il popolo siciliano e quello arabo. Su consiglio della giovane figlia, la principessa Nevara, la quale era innamorata di un nobile siciliano, il Re cercò di evitare lo scontro e di fare in modo che i due popoli si avvicinassero e convivessero pacificamente. Miramolino permise quindi ai siciliani di continuare a lavorare la terra e di commerciare per mare e per terra, ma per sottolineare il suo potere ordinò che i siciliani non portassero armi, non montassero cavalli e non suonassero le campane delle chiese.
I siciliani accettarono di non utilizzare le armi, di non suonare le campane della chiesa, ma non tollerarono di non montare i cavalli. I siciliani pensarono che se non potevano loro, allora neanche gli arabi avrebbero potuto montare i cavalli. Decisero allora di avvelenare tutti gli abbeveratoi e, in breve, morirono tutti i cavalli dell’isola. Gli arabi allestirono allora delle navi per fare arrivare nuovi cavalli dal Nordafrica, ma a seguito di una terribile tempesta, tutte le navi, eccetto una, affondarono. Ma a bordo di quella nave c’erano solo asini.
Gli arabi iniziarono a cavalcare gli asini e la situazione appariva talmente ridicola, che i siciliani, vedendo gli sceicchi cavalcare asini, iniziarono a chiamare gli asini scecchi.
. Re Miramolino pensò allora di fare una nuova legge ed imporre a tutti di inchinarsi al passaggio degli asini, ma ancora una volta la figlia Nevara gli fece notare che il provvedimento avrebbe inasprito troppo i rapporti, oltre a farlo apparire ridicolo. Seguendo il consiglio il re annullò questa e le precedenti leggi. Fu così che i siciliani tornarono a montare cavalli, portare armi e suonare le campane ma gli asini da allora furono sempre chiamati scecchi.