Leggenda del Castello degli Schiavi


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La leggenda narra storia del Castello degli Schiavi di Fiumefreddo e l’origine delle due statue di mori che scrutano il mare.
La leggenda narra che nel 1700 un abile medico palermitano, Gaetano Palmieri, salvò da una malattia il figlio del Principe di Palagonia, il Gravina-Crujllas. Il Principe per riconoscenza donò al medico un appezzamento del suo feudo situato vicino al fiume Fiumefreddo.
Palmieri volle costruirvi una villa fortificata per abitarla per lunghi periodi dell'anno anche perchè quel luogo era molto gradito alla bella moglie Rosalia. Presto la bellezza di Rosalia colpì il cuore di un cavaliere di Taormina di nome Nello Corvaya.
Accadde un giorno che sulla spiaggia di Marina di Cottone approdò un' imbarcazione di pirati turchi, i quali cominciarono a saccheggiare il territorio e, giunti al castello, rapirono i due proprietari. Mentre i pirati turchi stavano per raggiungere la spiaggia per fuggire furono raggiunti da alcuni soldati con a capo il cavaliere Corvaja. I pirati furono così uccisi o vennero messi in fuga ed i Palmieri liberati.
La leggenda racconta che, durante questi avvenimenti, una coppia musulmana, Shamira e Mustafà, rimase prigioniera nella torretta posta sopra il Castello. Per ricordare questo avvenimento i proprietari costruirono una loggetta dove posero due statue di mori che scrutano mestamente il mare come in attesa che qualcuno torni a liberarli.
Accanto al Castello fu costruita una Chiesa per ringraziare Dio dello scampato pericolo, essa fu dedicata alla Madonna della Sacra Lettera.
Da questo episodio deriva anche il nome del Castello, il “Castello degli Schiavi”.

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