Leggenda del Castello di Caccamo
Pequod76 - CC4.0
La leggenda del Castello di Caccamo è legata ad un fatto storico realmente accaduto noto come “congiura dei baroni”.
A seguito della rivolta del 1160, un gruppo di baroni siciliani, capitanati da Matteo Bonello, tesero un agguato mortale a Maione da Bari, primo ministro del re Guglielmo I. L’imboscata, studiata nei minimi dettagli, si concluse con la morte del Primo Ministro e con lo scempio del suo corpo mentre gli altri baroni imprigionavano il Re. Il popolo spaventato andò in soccorso del Re e lo liberò riportandolo al potere e costringendo Bonello e i suoi baroni a rifugiarsi a Caccamo, nel castello che lo stesso barone aveva negli anni fortificato. Guglielmo I giurò vendetta e organizzò un esercito contro i ribelli asserragliati a Caccamo. Ma il castello risultò inespugnabile.
Quello che non riuscì ad ottenere con la forza, il re lo ottenne con l’inganno: fece credere a Bonello di averlo perdonato e durante una giornata a corte lo fece arrestare e lo fece uccidere nella sua cella.
Da allora, narra la leggenda, nelle notti più oscure, il fantasma di Bonello si aggira nel castello di Caccamo, trascinandosi cieco e zoppo, tra mille tormenti, e passi la sua vita ultraterrena lanciando maledizioni secolari a chi lo tradì, condannandolo ad una morte orribile.