Castello di Agira
Il Castello di Agira si erge sul monte Teja di forma conica la cui vetta, occupata dal castello, raggiunge gli 820 metri s.l.m.
Da fonti storiche è noto che nel periodo sicano esisteva già il Palazzo, nel quale abitavano i Capi dei primi Agiri e nel quale abitarono successivamente i principi-tiranni siculi. Oltre al Castello si narra esistesse una fortificazione muraria munita di porta ciclopica. Durante il periodo greco, romano e bizantino, il Castello rivestì soltanto un ruolo di rappresentanza ad uso delle varie autorità della città. Con gli arabi, invece, riacquistò il ruolo originario, tornando nuovamente fortezza e costruzione di interesse primario. Nel 1354 il Castello ospitò Ludovico d'Aragona. Nei secoli XVI e XVII, perduta la propria funzione militare, cominciò a decadere sino a diventare una rovina già nel secolo XVIII. Durante il terremoto del 1693 il mastio del castello crollò e la torre centrale ottagonale fu gravemente danneggiata. Oggi il castello è un rudere.
La fortificazione della città era formata da tre cinte murarie: la prima girava ad anello attorno al monte subito sotto il castello; la seconda circoscriveva una quota più bassa del monte; la terza, molto irregolare perché seguiva l'andamento delle rocce, si sviluppava all'altezza delle Rocche di San Pietro.
I resti più cospicui del castello si trovano sul lato ovest, e sono costituiti da parti della cortina intervallate da tre torri di pianta e dimensioni diverse. La prima torre, posta sull'angolo sud-ovest della cinta ha pianta di trapezio rettangolo. La torre si è conservata per una sola elevazione oltre al piano terra. All'interno, il piano terreno era separato dal primo mediante un solaio ligneo testimoniato dai fori per le testate delle travi. Si ritiene che l'accesso principale del castello si trovasse a fianco della seconda torre, a pianta ottagonale, di cui sono rimaste, parzialmente interrate, solo le mura perimetrali. Si incontra quindi una terza torre, a pianta quasi quadrata, che la distruzione del muro di cinta ha lasciato completamente isolata, che sorge a cavallo di una scarpata naturale. La torre presenta un solo vano coperto da volta a botte spezzata ed illuminato, oltre che dalla porta, da due feritoie strombate. Dentro la cinta interna si conserva, tra i ruderi, la chiesetta di San Filippo di epoca piuttosto recente, ed un vasto ambiente semisotterraneo, probabilmente una cisterna.
