Castello di Pietrarossa a Caltanissetta
Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta, ubicato al margine orientale del centro storico di Caltanissetta, si erge su una rocca a picco su un burrone che domina la vallata fino al fiume Salso.
Nel linguaggio popolare è denominato "murra di l'Anciuli", ossia "Sabbia dell'Angelo", con un chiaro riferimento alla limitrofa chiesa di Santa Maria degli Angeli ed al materiale usato poichè il termine murra, nel dialetto siciliano, individua sabbia o pietra rossa.
Le origini del castello sono controverse ma si ritiene che il promontorio dove sorge il castello inizialmente sia stato abitato dalle popolazioni dei Sicani che abitavano il vicino villaggio, battezzato dagli storici Nissa. Ad avvolorare quest'ipotesi lo dimostra la presenza di simboli dell'alfabeto sicano.
Il nucleo vero e proprio del castello fu edificato dai bizantini tra il 750 e l'800, ma agli inizi del Novecento cadde in mano araba che lo ribattezzarono Qalat-an-Nisa. Nel medioevo il castello è stato teatro di importanti avvenimenti, quali episodi della guerra dei Vespri siciliani, incontri dei baroni in lotta tra loro, la spartizione della Sicilia tra i quattro Vicari, e questo sottolinea il ruolo strategico che il castello rivestiva.
Crollato in parte nel XVI secolo, il castello è stato utilizzato, nel tempo, come cava di pietre per costruire il convento dei francescani, le cappelle del cimitero o le abitazioni del quartiere Angeli.
Si ritiene, dal ritrovamento di resti di muratura, che esistessero delle cortine murarie che racchiudevano un’ampia superficie, all’interno della quale si sviluppavano le tre torri, simbolo della città, di cui oggi rimangono solo resti di quella centrale e della torre di vedetta a nord.
Alcuni lavori di scavo hanno permesso di individuare le cisterne dell´acqua piovana, una delle quali venne adoperata come carcere almeno sino alla fine del XV secolo. E’ stato inoltre riportato alla luce l´imbocco di una galleria sotterranea, probabilmente una via di fuga dal castello, che venne però subito richiusa e murata, alimentando così le molte leggende che parlano di una Caltanissetta sepolta, di cunicoli segreti che attraversano tutta la città con un reticolo nascosto e sconosciuto.
