Granfonte di Leonforte
Granfonte di Leonforte è un monumento che costituiva il luogo abituale di riunione della popolazione e, con le sue ventiquattro cannelle, anche l’abbeveratoio pubblico. Fu edificata per volere del principe Placido Branciforti sui resti di una antica fontana araba chiamata Fonte di Tavi.
L’acqua del Granforte alimentava anche le numerose fontane dell’Orto Botanico. Secondo alcune interpretazioni, il suo disegno architettonico si pensa richiami un’analoga fontana che si troverebbe ad Amsterdam, in Olanda. L’ipotesi più accreditata è che l’opera, attribuibile all’architetto palermitano Smiriglio, riprenda le numerose creazioni di artisti fiamminghi allora molto diffuse in Sicilia.
La maestosa fontana monumentale è di stile barocco, ha forma simmetrica e presenta una lunghezza di 24.60 metri, una profondità di 2.55 metri, e 22 arcatelle aperte a tutto sesto che lasciano intravvedere il paesaggio agreste sottostante. Dalle 24 cannelle di bronzo ogni giorno, tranne il Venerdì Santo in segno di lutto per la morte del Cristo, sgorga ininterrottamente limpidissima acqua che si raccoglie nella sottostante vasca rettangolare. Il prospetto con tre alzate timpanate decorate con bassorilievi è raccordato ai lati con due volute.
Monumento emblematico e significativo, chiamato dalla gente del luogo “a brivatura”, rappresenta la memoria storica e il cuore stesso della Città.
