Grotta dei Santi a Licodia Eubea
La Grotta dei Santi a Licodia Eubea, situato sul colle Poggio dei Santi, è un complesso rupestre utilizzato in epoca tardo antica come necropoli e nel VI sec d.C. come oratorio rupestre adibito al culto di una piccola comunità.
Il Colle ha rappresentato , per la sua vicinanza al fiume Amerillo, il luogo ideale per lo stanziamento di villaggi rupestri durante i secoli del Tardo Impero e in quelli del dominio bizantino.
Nel sito è presente un primo terrazzamento ed un primo gruppo di camere ipogeiche, le quali mantengono ancora in parte le caratteristiche della loro destinazione cimiteriale.
Un breve passaggio porta al secondo terrazzamento e alla catacomba meglio conservata.
Essa presenta sulla parete esterna tre aperture, di cui quella centrale doveva essere l'originaria; le laterali, leggermente arcuate, furono aperte in epoca posteriore. All'interno, nel vano di forma rettangolare, si conservano i resti di quattro sepolcri a sarcofago scavati nella roccia con andamento a "scalini". Il centro del vano è occupato da una fila di sei sepolcri a "baldacchino" o a "tegurium". Sopra gli archetti dei sepolcri a "baldacchino" sono ancora visibili le tracce di pannelli pittorici con fondo scuro, profilati da una cornice rossa. Purtroppo non è più visibile la "teoria" dei Santi che doveva svolgersi nell'affresco e che avrebbe dato il nome all'intero complesso rupestre. Si trovano anche degli incavi per riporre le lucerne, mentre alcuni arcosoli e i baldacchini sono danneggiati. Un breve corridoio porta ad un grande sepoltura che presenta una inusuale commistione di forme strutturali e che si ritiene fosse destinata ad un personaggio di spicco per posizione sociale o "santità" all'interno della comunità.
Il secondo ambiente ha perso completamente le caratteristiche cimiteriali per fare spazio alla creazione dell'oratorio di stampo cenobitico, con una sala di forma rettangolare con volta piana, una abside sul lato orientale, formata dall'arcosolio col pannello pittorico con la scena della Crocifissione databile intorno ai secoli XI e XII. Nel pannello con il tema della "staurosis" vengono mostrati la figura del Cristo col nimbo crucigero occupa la parte centrale della rappresentazione, affiancato da due figure minori, interpretate come la Madonna, a destra, e S. Giovanni, a sinistra. Una piccola figura in corta tunica inserita nello spazio tra S. Giovanni e la croce è stata identificata con il personaggio di Longino nell'atto di trafiggere il costato del Cristo.
Ad un livello inferiore rispetto al pianoro delle grotte si trovano i dieri, degli ambienti rupestri in passato adibiti ad abitazioni.