Grotta di Sant'Agrippina a Mineo
La Grotta di Sant'Agrippina a Mineo è una caverna che è stata sede di un sito fortificato, un castello rupestre del XIII secolo e successivamente di un santuario campestre dedicato alla patrona di Mineo, sant'Agrippina.
Il sito è noto anche con il nome di Grotta di Drafone, per la presenza di un boschetto di allori, Grotta della Làmia, dove "Lamia" indica una stretta valle fluviale.
La dimora fortificata scavata nel tardo Medioevo è nata nel luogo in cui la stretta valle fluviale, che anticamente offriva un veloce raccordo viario lungo l'antica tra l'altopiano ibleo e la Sicilia interna, fa gomito al suo sbocco verso la Piana di Mineo determinando uno sperone roccioso.
La dimora fortificata è scavata nella parte culminante dello sperone roccioso e inizialmente era inaccessibile dal fondovalle. Era presente un unico accesso mimetizzato alle spalle dello sperone, chiuso da un massiccio portale a sesto acuto, costruito da un ventaglio di conci a vista ben connessi e leggermente smussati agli angoli. Il portale, ben conservato, ha sicuri riscontri nell'architettura civile due-trecentesca di area siracusana.
Segue una galleria, poco illuminata, fiancheggiata da due vani di servizio con volta ogivale e si restringe in uno stretto corridoio divergente, espediente fortificatorio impiegato in altri castelli rupestri siciliani per il controllo degli accessi. Il corridoio si apre in una grande sala priva di sostegni interni, con volta ogivale, e conclusa a sud da tre ambienti irregolari in parte divisi da pareti in muratura e aperti sul precipizio.
Nel secolo XVI il castello rupestre si avviava a trasformarsi nel santuario campestre di Sant'Agrippina. Questa grotta fu considerata un luogo infestato da demoni fino all'arrivo di Sant'Agrippina a Mineo. Il toponimo Lamia era infatti slittato dal suo significato geografico di "valle fluviale" a quello di mostro dal volto di donna e corpo serpentiforme. Mostro che si riteneva dimorasse nella grotta.
A seguito della trasformazione della fortezza in santuario, fu costruita una rampa esterna di scale lungo il fianco orientale dello sperone, che permetteva ai devoti di superare il forte dislivello tra il fondovalle e la quota della grotta e di raggiungere l'accesso al santuario dall'esterno, e la grande sala interna fu trasformata in chiesa.