Cattedrale di Piazza Armerina
La Basilica Cattedrale di Maria Santissima delle Vittorie a Piazza Armerina sorge sul punto più alto della città, nel cuore del quartiere Monte.
L’edificio sorge su una precedente struttura trecentesca che fu innalzata dopo il miracoloso rinvenimento dell’immagine della Madonna delle Vittorie, avvenuto in occasione della tremenda peste del 1348, della quale rimane solo il campanile alto ben 40 metri in stile gotico-catalano. L’attuale edificio fu costruito a a partire dagli inizi del secolo XVII, grazie all’eredità del barone Marco Trigona, su progetto di Orazio Torriani. Lunghissime vicende costruttive portarono al completamento dell’edificio solo nel 1740.
L'esterno è stato realizzato in pietra arenaria, che con il suo caratteristico colore giallo permette alla sua gigantesca cupola verde acqua, che con i suoi 76 metri di altezza è la più alta della Sicilia, di creare uno splendido contrasto cromatico.
L’interno, a navata unica, è decorato con stucchi opera del maestro Gaetano Signorelli nel 1870. L’altare maggiore è in pietre dure di rilevante pregio, eseguito, unitamente al pavimento ed alla balaustra dell’abside, dal maestro Filippo Pinistri su disegno dell’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia, Ornano la navata centrale due organi a canne, di cui uno di Donato del Piano del 1741. La decorazione del battistero sul fianco interno della torre è l’arco della Cappella Trigona dell’antica chiesa, scolpito in pietra alabastrina da Antonuzzo Gagini nel 1594.
Tra le opere custodite all’interno della chiesa, di notevole pregio sono: l’icona lignea della Patrona Maria Santissima delle Vittorie del XV secolo; la croce lignea di ignoto del XV secolo; vasi d’argento forniti da Giuseppe Gagini nel 1608; la tela dell’Assunta dipinta da Filippo Paladini del 1611; il casserizio ligneo della sacrestia intagliato nel 1612 da Gian Battista Baldanza; la custodia argentea della Madonna delle Vittorie, cesellata dall’argentiere Giuseppe Capra nel 1627; la manta in oro, argento e smalti per proteggere l’immagine della Patrona, ideata e realizzata dall’orafo Don Camillo Barbavara; la custodia del Santissimo Sacramento, di Paolo Guarna del 1590; il reliquiario per i capelli della Vergine dello stesso maestro.