Villa Romana del Casale
La Villa Romana del Casale a Piazza Armerina è una villa romana che custodisce incantevoli mosaici, considerati i più belli e meglio conservati nel loro genere. E’ stata pertanto riconosciuta come patrimonio dell’umanità UNESCO.
La Villa era il centro di un importante latifondo, con funzione amministrativa, residenziale e di rappresentanza. I suoi oltre 3000 metri quadri di mosaico rispondono ad un preciso programma sia di rappresentanza, sia indicativo della cultura del padrone di casa. Erano presenti zone per il ricevimento ufficiale, sale da banchetto non ufficiali, aule di culto, unità abitative con locali di servizio collegati e aree passaggio. L’identificazione del proprietario della Villa non è, ad oggi, certa; secondo i più recenti studi, è attribuita ad un alto esponente dell’aristocrazia senatoria romana, forse un Praefectus Urbi, un responsabile dell’ordine pubblico della città di Roma.
Tra i resti della villa si individuano quattro nuclei separati: l’ingresso monumentale a tre arcate con cortile a ferro di cavallo; il corpo centrale della villa, organizzato intorno ad una corte a peristilio quadrangolare, dotata di giardino con vasca mistilinea al centro; un grande spazio preceduto da un peristilio ovoidale circondato a sua volta da un altro gruppo di vani; un complesso termale con accesso dall'angolo nord-occidentale del peristilio quadrangolare.
L’ingresso monumentale a tre arcate con cortile a ferro di cavallo costituiva l'accesso alla residenza, da qui si poteva accedere al complesso termale e al complesso residenziale. Il cortile a ferro di cavallo è circondato da colonne in marmo con capitelli ionici, al centro sono i resti di una fontana quadrata. Dell'originaria pavimentazione si conserva lungo il lato nord del cortile un lacerto di mosaico bicromo con decorazione a motivi vegetali e squame. Dall'ingresso alcuni gradini conducono al vestibolo che presenta un pavimento con motivi geometrici al centro del quale si trova una scena parzialmente conservata di adventus, “ingresso cerimoniale”, disposta su due registri: nel registro superiore un uomo con corona di foglie sul capo e candelabro nella mano destra, fiancheggiato da due giovani con ramoscelli in mano, sembra attendere l'arrivo di un ospite importante; nel registro inferiore alcuni giovanetti recitano o cantano con dittici aperti nelle mani. Si crede che possa essere un solenne benvenuto per l'ingresso del proprietario nella sua casa.
Dal vestibolo si accede al peristilio con un mosaico con ghirlande d'alloro e teste di animali di molte specie diverse quali felini, antilopi, tori, capri selvatici, cavalli, onagri, cervi, arieti, un elefante e uno struzzo. L'orientamento delle teste cambia in due punti con la funzione di enfatizzare i due itinerari percorribili all'interno dell'edificio: quello privato, a sinistra dell'entrata, che conduceva alle stanze del lato settentrionale, e quello pubblico, verso la sala absidata sul lato est e il nucleo del triclinio con peristilio ovoidale. Al centro del peristilio si trovava una grande fontana.
Lungo il lato settentrionale del peristilio si aprono ambienti di varia destinazione: i tre vani iniziali, ambienti di servizio in funzione della cucina, e altri due in fondo, a servizio del vicino appartamento padronale, hanno pavimenti a mosaico con motivi geometrici. I due ambienti successivi sono probabilmente camere da letto, preceduti da anticamere e con pareti decorate da pitture. In uno dei vani sul pavimento a mosaico sono raffigurate sei coppie di personaggi, disposte su due registri, probabilmente rappresentano danze campestri nelle feste primaverili in onore di Cerere. La seconda camera da letto presenta un mosaico pavimentale con Eroti pescatori, con ricca decorazione sulle barche e negli abiti. La successiva sala che si apre sul lato settentrionale del peristilio, forse una sala da pranzo invernale, di maggiori dimensioni delle altre e con l'ingresso preceduto da due colonne, conserva il mosaico pavimentale della piccola caccia. Sono raffigurate dodici scene disposte su quattro registri. Il vano trapezoidale di raccordo tra il peristilio e le terme ha un mosaico di dama con ancella.
Lungo il lato meridionale del peristilio si aprono due ambienti di servizio, in origine pavimentati con motivi geometrici. In un più tardo rifacimento l'ambiente più interno fu decorato con un mosaico noto come quello delle Fanciulle in bikini, in cui su due registri si dispongono dieci fanciulle impegnate in esercizi atletici. Un ambiente doppio, forse un cubicolo invernale, è decorato da un mosaico raffigurante un tetimimo.
Dal lato di fondo orientale del peristilio si accede al corridoio sopraelevato della Grande Caccia con le estremità absidate. Su questo corridoio, elemento di raccordo e separazione tra parte pubblica e privata, si aprivano la grande sala absidata di rappresentanza e gli appartamenti padronali. Il soggetto del mosaico pavimentale rappresenta una grande battuta di cattura, non caccia, di bestie selvatiche per i giochi dell'anfiteatro a Roma: nessun animale viene infatti abbattuto e i cacciatori usano le armi solo per difendersi. Sono state individuate sette scene, eseguite da due gruppi distinti di mosaicisti: le prime tre scene, che spiccano per la resa plastica e naturalistica dei corpi delle belve, sono realizzate con tessere quadrate di piccole dimensioni (5–6 mm), di forma molto regolare, sono impiegate poche scaglie di pietra, e ci sono circa venticinque colori diversi. Le scene restanti, nella metà sud del corridoio, con figure schematiche e prive di volume, sono realizzate con tessere un po' più grandi, scaglie di pietra più frequenti e minor precisione nei dettagli; sono presenti quindici colori. Nelle absidi alle estremità nord e sud del corridoio abbiamo due figure femminili: l’Africa e l'Egitto o, secondo altri, l'Asia o l'India. L'insieme rappresenta quindi una sorta di compendio su come catturare ogni singola belva, ambientato in due continenti diversi.
Sul corridoio della Grande Caccia aprivano la grande sala absidata di rappresentanza e gli appartamenti padronali:
La grande sala da ricevimento absidata, sopraelevata con quattro gradini, si apre, con un ingresso scompartito da due colonne che ne segnala l'importanza. La funzione pubblica dell'aula, dove probabilmente il proprietario concedeva udienza e riceveva i visitatori, è resa inoltre evidente dalla originaria pavimentazione in prezioso opus sectile in lastre di marmi colorati e porfido.
Gli appartamenti padronali erano due: quello più a nord, più prossimo agli ambienti di servizio e di dimensioni inferiori era probabilmente riservato alla famiglia e l'altro più importante e con decorazione musiva più ricca e articolata era probabilmente quello del proprietario.
L’appartamento meno importante era costituito da tre sale: un primo ambiente che funge da anticamera con pavimento decorato con l'episodio di Ulisse che vince Polifemo per mezzo dell'astuzia, porgendogli il kantharos del vino; La sala con pitture parietali di Eroti e sul pavimento un mosaico geometrico in cui sono inseriti tondi con le stagioni e ceste di frutta, mentre nell'abside si trova un motivo a squame con elementi naturalistici molto raffinati; Un secondo cubicolo con alcova con pavimento con tappeto geometrico con schemi poligonali, stelle stilizzate e stagioni nei tondi, che circondano un medaglione con coppia di amanti.
L’appartamento principale si apriva sul corridoio della Grande Caccia con un ingresso monumentale costituito da un peristilio a ferro di cavallo con quattro colonne ioniche e una fontana al centro. Il peristilio era pavimentato con un mosaico raffigurante la veduta di un intero porto, che gira intorno alla composizione ed Eroti pescatori, con tematiche simili a quelle presenti in uno dei cubicoli del lato nord. Sul lato sinistro del peristilio a ferro di cavallo si dispone una coppia di ambienti, corrispondenti ad un cubicolo con alcova rettilinea preceduto da un'anticamera: nell'anticamera si trova il mosaico con il combattimento di Eros e Pan, nel cubicolo è presente il mosaico dei Eroti Cacciatori. Sul lato opposto del peristilio a ferro di cavallo, si dispone una simile coppia di ambienti, anticamera e cubicolo con alcova absidata: l'anticamera presenta il mosaico del Piccolo Circo mentre il cubicolo è decorato con l'Agone musicale.
Direttamente dall'ingresso monumentale della villa si accedeva ad un complesso termale.
Il primo vano, dotato di banchine, e probabilmente utilizzato come spogliatoio è decorato con un mosaico pavimentale che raffigura la padrona di casa con i due figli fiancheggiata da ancelle. Da qui si passa ad un atrio decorato con il mosaico del Circo: è rappresentato il Circo Massimo di Roma, ricco di dettagli, con in corso una gara di quadrighe vinta dalla fazione Prasina o dei Verdi. Questo corridoio era probabilmente utilizzato per gli esercizi ginnici al coperto. Segue la tradizionale sequenza di ambienti termali romani, con frigidarium, tepidarium e calidarium.