Castello Rupestre di Sperlinga
Il Castello di Sperlinga è una suggestiva costruzione in parte scavata, in parte arroccata sulla maestosa rupe di arenaria che sovrasta l’abitato di Sperlinga. Il castello, scavato nella roccia arenaria, è stato ricavato da un unico monolite sopra grotte di templi sacre che risalgono a 4.000 anni fa.
Il basamento rupestre del castello fu strutturato dalle popolazioni indigene sicule, in cui le grotte scavate nella roccia, venivano utilizzate come sepolcri. Le prime fonti storiche risalgono al periodo medievale, al 1081. Il Castello fu particolarmente importante nel 1282, durante la guerra dei Vespri Siciliani, che vide gli abitanti della regione ribellarsi alla dominazione angioina. Fu infatti l’unica roccaforte nella quale gli angioini trovarono riparo dai siciliani in rivolta, arrivati ad assediare il Castello. A memoria del fatto rimane un’epigrafe sull’architrave d’ingresso della rocca, che recita: “Quod Siculis placuit sola Sperlinga negavit – Ciò che piacque ai Siciliani fu negato dalla sola Sperlinga”. Nel corso dei secoli diverse famiglie si succedettero alla guida del Castello, in particolare i Ventimiglia, i Forti Natoli, gli Oneto e i Li Destri che nel 1973 cedettero, con atto notarile, l’immobile al Comune perché fosse valorizzato e reso fruibile.
Il castello non presenta planimetria unitaria né regolare: è costituito da molti corpi di fabbrica distribuiti su diverse quote. Presenta pianta oblunga di circa 200 metri di lunghezza per una larghezza di solo 15 metri.
Si accede al castello tramite un ponte levatoio a mezza costa sulla rupe, sul cui prospetto sono visibili le mensole di sostegno e le lunghe feritoie dove scorrevano gli argani. Sul corpo dell'ingresso sono presenti due sale prive di copertura e di uno dei muri perimetrali: la sala più ampia è dotata di tre aperture poste sulla facciata sud, risalenti ai lavori di ristrutturazione del secolo XVII; la sala minore è decorata dalla bifora trecentesca posta sulla facciata che guarda il borgo.
Da questi vani si accede ad un ambiente ipogeo con copertura piana lungo circa 100 m. Esso costituiva la cavallerizza del castello. Seguono le prigioni e infine due vani di servizio, un tempo abitazioni. Alcuni piloni di roccia che sostenevano la volta dell'ipogeo sono stati demoliti intorno agli anni '50 e in seguito sostituiti con pilastroni in blocchi di pietra intonacati. E’ ancora visibile la “posterla”, la porta segreta che conduce fuori dal castello.
All'interno di una stanza che si affaccia sul cortile del castello sono presenti delle cisterne scavate nella roccia localizzate. La raccolta delle acque meteoriche avveniva attraverso una serie di canalette di convogliamento.
Sul lato ovest si trova la chiesa che è stata interamente ricostruita sui suoi ruderi. Presenta una successione di 3 vani disposti secondo l'asse est-ovest; si notano tracce della pavimentazione seicentesca in formelle di terracotta smaltata dismessa in occasione della recente ricostruzione. A fianco della cappella, sul lato ovest, sono collocati altri due ambienti, anch'essi ricostruiti: il primo presenta un accenno di scala ricavata all'interno del muro perimetrale, il secondo presenta due forni in pietra e terracotta e una serie di fornelli.
Una scala intagliata nella pietra porta al punto più alto della rupe, nel quale è stata installata una torre di guardia. Ancora oggi è possibile rilevare all’interno del castello delle escavazioni progettate per funzioni astronomiche.