Parco minerario Floristella e Grottacalda
Davide Mauro - CC4.0
Il Parco Minerario Floristella a Valguarnera accorpa le due omonime miniere di zolfo dismesse, e rappresenta uno dei più importanti siti di archeologia industriale esistenti nel Mezzogiorno d’Italia ed una delle più grandi, antiche e significative aree minerarie di zolfo della Sicilia.
Si tratta di un grande museo a cielo aperto, nel cui territorio l’attività estrattiva dello zolfo è documentata dalla fine del 1700 al 1986, anno in cui nell’area mineraria cessò definitivamente ogni attività legata alla produzione zolfifera. Esso fornisce una vera e propria stratigrafia delle diverse epoche e dei relativi sistemi e tecniche d'estrazione e di fusione dello zolfo.
All'interno del parco sono ancora ben visibili le gallerie, i calcaroni, ossia i forni circolari per la fusione e separazione dello zolfo dal materiale inerte, le discenderie, ossia i cunicoli semiverticali utilizzati in epoca preindustriale per raggiungere il giacimento, gli impianti dei pozzi verticali di estrazione con castelletti completi di sale argano, utilizzati in epoca recente per la discesa in sotterraneo, i forni Gill, il sistema più moderno per la fusione dello zolfo, la rete ferrata interna per il trasporto dei vagoncini con il minerale e la tratta ferroviaria tra le stazioni di Floristella e Grottacalda attraverso le quali veniva caricato e spedito lo zolfo.
Il Parco presenta inoltre aspetti paesaggistici e naturalistici di rilievo: una sorgente di acque sulfuree che alimenta il rio Floristella, emissioni continue di metano e acqua salata e ferruginosa, sgorganti con piccola portata da alcune bocche tra loro vicine dette Maccalube o vulcanelli di fango, visibili nella parte nord dell’area del parco.
Su un'altura si erge imponente il Palazzo Pennisi, antica residenza della famiglia proprietaria, che domina il complesso minerario di Floristella.
La Parco Minerario Floristella è oggi parte della Rocca di Cerere Global UNESCO Geopark.