Carnevale di Bisacquino 2025

Il Carnevale di Bisacquino affonda le proprie radici almeno alla fine del Seicento per cui è da ritenersi di gran lunga il Carnevale più antico di Sicilia.
In occasione del Carnevale per le strade del suggestivo borgo vengono allestiti stand espositivi e di degustazione, si svolge la tradizionale Sfilata dei Carri Allegorici e dei gruppi in maschera, e vengono organizzate serate danzanti e nei circoli che si affacciano sulla piazza principale del paese. In queste feste la maschera principale è il domino. Si tratta di donne, vestite con una tunica scura che copre la persona fino ai piedi e munita di un cappuccio sulla testa che impedisce di riconoscerla, che invitano l’uomo a ballare guidandolo nei vari balli.

Tradizioni

Il venerdì che segue il giovedì grasso il Venniri Zuppiddu, ossia il venerdì dello Zuppiddu, era solitamente dedicato alla maschera caratteristica del carnevale bisacquinese: U Zuppiddu, figura contadina con pantaloni alla zuava, camicia, gilet, coppola e bastone ricurvo, con in una mano un uovo e nell'altra un grillo. Secondo la credenza popolare, il il Venniri Zuppiddu bisogna mangiare un uovo per scongiurare la caduta del grillo, termine che evidentemente allude alla virilità.
A conclusione del Carnevale Bisacquinese, il martedì grasso, era tradizione che quattro uomini portasero in giro per la piazza, adagiato su una scala, un baule con dentro un fantoccio di paglia cenci, u Piddu. La morte del Piddu rappresenta la morte del Carnevale, ed è così che egli, moribondo, fa testamento, rivelando, con tale espediente, le magagne della vita paesana e dei suoi uomini più in vista. Allo scoccare della mezzanotte suonava lu sinnu che annunciava la fine del Carnevale, e il fantoccio veniva bruciato.