Acropoli di Pantelleria
L'Acropoli di San Marco e Santa Teresa a Pantelleria è un sito archeologico che racchiude i resti dell’acropoli della città di Cossyra, antico nome romano di Pantelleria.
Il sito archeologico è distribuito sulle due colline di San Marco e Santa Teresa e lungo la sella pianeggiante che le separa e presenta elementi urbanisticamente rilevanti di epoca punico e romana.
All'interno del sito gli scavi hanno portato alla luce parte della cinta muraria d’epoca punica e un sistema di terrazzamento con importante funzione difensiva. Sulla sommità della collina di San Marco è presente un complesso sistema di cisterne, comunicanti tra loro, dal profilo allungato e irregolare, scavate nel banco roccioso anche a notevole profondità. Sulle due alture di San Marco e Santa Teresa dovevano concentrarsi le principali funzioni politiche, pubbliche e sacre dell’insediamento d’epoca punica e romana.
Sui pendii della collina sorgevano strutture monumentali e sicuramente un tempio del II secolo a.C. del quale sono stati recuperati, all’interno delle cisterne, alcuni elementi architettonici come capitelli corinzi-italici e sculture in pietra locale stuccata.
Dell’età imperiale sono stati portati alla luce numerosi frammenti di intarsi marmorei e di sculture in marmo, nonché i tre celebri ritratti di Cesare, Antonia Minore e Tito, quelle che sono definite Le Teste di Pantelleria. Si tratta di tre teste marmoree di eccezionale fattura e ottima conservazione, oggi custodite presso il castello di Pantelleria. Le teste di Giulio Cesare e di Antonia minore, moglie di Druso, fratello di Tiberio, e madre dell’imperatore Claudio, giacevano, nella stessa cisterna, sotto uno spesso strato di cenere con evidenti tracce di rogo sacrificale di ossa animali insieme ad una rilevante presenza di ceramica. Fatto che ha portato a pensare che le due teste siano state deposte a seguito di una cerimonia religiosa. Il motivo della deposizione non è noto, ma si ritiene che queste siano state rimosse dall’edificio pubblico nel quale erano collocate per fare posto ai personaggi della nuova dinastia: i Flavi. La terza testa, quella dell’imperatore Tito, figlio di Vespasiano della famiglia dei Flavi, è stata rinvenuta in una seconda cisterna, dove probabilmente è stata nascosta durante l’invasione dei Vandali che, intorno al VI secolo d.C., hanno provocato il definitivo abbandono dell’acropoli di Cossyra.
Sul pendio occidentale della collina è stato rinvenuto l’asse stradale che scende verso la città bassa e una scalea che permette di raggiungere la rampa attraverso una porta monumentale, testimonianza punica di un complesso sistema di fortificazioni con torri, del IV e III secolo a .C. Allo stesso periodo risale la costruzione dell’imponente muro di blocchi squadrati.
