Badiazza a Messina
La Chiesa di Santa Maria della Valle di Messina, nota anche come "Badiazza" o come Chiesa di Santa Maria della Scala, dal nome del torrente dove sorge, è situata fuori dalla città ai piedi dei colli San Rizzo.
La costruzione è l’unica parte rimasta di un monastero femminile sulla cui storia non è ancora stata fatta chiarezza: secondo alcuni testi la comunità monastica dovrebbe essere appartenuta all’ordine dei benedettini, secondo altri invece ai cistercensi. Si ritiene pertanto probabile che le monache seguirono inizialmente la Regola di san Benedetto e che poi decisero di aderire alla riforma cistercense, assumendo il rango di abbazia solo nel XIII secolo. Durante la prima metà del XIII secolo la primitiva chiesa fu ampliata insieme al monastero, in tale occasione fu rinominata Santa Maria della Scala. Un incendio nel 1282 danneggiò il complesso abbaziale che fu poi restaurato e decorato agli inizi del XIV secolo. Successivamente, in data non nota, il complesso fu abbandonato, l’abbazia cadde ben presto in rovina ed oggi rimane solo la chiesa.
L’abbazia di Santa Maria la Scala fu costruita tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, quando il monastero era già cistercense.
L'intero fabbricato è ornato da merli, caratteristica che conferisce all'edificio il carattere di chiesa – fortezza, e presenta finestre ogivali ripartite su due ordini. Il portale ogivale laterale è di stile gotico - cistercense e presenta pilastri ornati da capitelli con motivi vegetali, dalle profilature sottili e slanciate. Vicino al portale laterale è stata scoperto un varco d'accesso ad un livello inferiore, che potrebbe condurre ad una cripta o ad un passaggio sotterraneo. Sul fianco sud del transetto si apre una porta ogivale di collegamento al monastero, costruzione della quale oggi rimangono solo poche tracce. La cupola, crollata tra il 1838 ed il 1840, internamente era caratterizzata da nicchie angolari di derivazione araba che alleggerivano il carico sugli archi sottostanti ed era realizzata in pietra pomice, materiale leggero adatto a questa ardita forma architettonica, ma troppo fragile per sostenere il peso delle calamità e le ingiurie del tempo.
L’interno, a tre navate, coperte da volte a crociera con costoloni bicromi, frutto dell'alternanza di conci di calcare e lava, impostate su pilastri cruciformi, con un ampio transetto poco aggettante, di forma quadrata, sormontato da una cupola centrale. I capitelli sono manifestazioni dei diversi influssi stilistici di derivazione normanna, cistercense, borgognona pregotica e gotica. L’abside della chiesa è semicircolare ed è affiancata da due cappelle della stessa forma, che sono poste sul prolungamento delle navate laterali.
Tra le opere presenti nella chiesa, degne di nota sono: i ricchi mosaici delle absidi in stile bizantino eseguiti nella prima metà del XIII secolo dei quali è pervenuto solo un piccolo frammento raffigurante la testa di San Pietro Apostolo, oggi custodito al Museo regionale di Messina; manufatto in maiolica raffigurante la Madonna della frutta o Madonna col Bambino attribuito alla bottega di Luca della Robbia del XV secolo, oggi al Museo regionale di Messina. Di notevole pregio era la tela Madonna della Scala, proveniente dal medio oriente di autore ignoto, trasferito nel monastero di Santa Maria della Scala, ed andato perduto con il terremoto del 1908.
Oggi la chiesa versa in totale stato di abbandono.