Fontana di Nettuno a Messina


Fontana di Nettuno a Messina

Hajotthu - CC3.0

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 Via Garibaldi - Messina (ME)

La Fontana del Nettuno di Messina è una fontana monumentale della città di Messina. E’ opera dello scultore toscano Montorsoli a cui fu commissionata dal Senato messinese nel 1557 dopo aver visto l’ottimo lavoro svolto con la fontana di Orione.
La fontana rappresenta il dio del mare Nettuno che, per calmare le movimentate acque dello stretto, provocate dai leggendari mostri Scilla e Cariddi, tiene questi ultimi in catene.
La fontana è formata da una grande vasca circolare che ne contiene a sua volta un’altra di forma ottagonale. Nell’orlo altre quattro vasche esterne di forma ovale si inseriscono negli angoli, raccogliendo acqua dai mascheroni. Tutta l’opera è ricoperta di iscrizioni, come quella con il nome dell’autore, dei senatori e dei viceré. Dal centro della vasca, che poggia su un grande basamento quadrangolare a gradini ornato da pannelli in bassorilievo con raffigurazioni di tridenti, conchiglie e delfini, s’innalza un piedistallo che accoglie agli angoli quattro cavalli marini idrofori ed è decorato dagli stemmi, in bassorilievo, dell’imperatore Carlo V. Nella seconda vasca sono scolpiti sui lati diversi stemmi, come le grandi aquile simbolo della Spagna, lo stemma imperiale posto sul petto e gli scudi crociati, stemma della città di Messina. Al centro si erge Nettuno maestoso, imperturbabile e austero, con la mano destra tesa in avanti e con un tridente nella sinistra, con lo sguardo perso nell’infinità dell’orizzonte. Ai suoi piedi un delfino; sotto, invece, quattro cavalli marini e Scilla che appare fasciata in vita da teste urlanti a personificare ancora di più il dolore delle catene e Cariddi coi capelli sciolti e sguardo inorridito.
Anticamente la Fontana era posizionata a ridosso del porto. Miracolosamente scampata alla furia distruttiva del terremoto del 1908, fu trasferita nel 1934 in Piazza Unità d’Italia. Durante la rivolta antiborbonica la statua di Scilla fu danneggiata e sostituita con una copia eseguita da Letterio Subba nel 1858, e anche la statua del Nettuno fu sostituita da una fedele riproduzione ottocentesca di Gregorio Zappalà del 1856. Le due statue originali sono custodite nel Museo Regionale di Messina.

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