Pilone dello Stretto di Messina
Il Pilone di Torre di Messina, insieme al suo gemello calabrese, formano i cosiddetti piloni dello Stretto. Sono dei tralicci in disuso della linea elettrica ad alta tensione a 220 kV che attraversava lo stretto di Messina fra la Calabria e la Sicilia. Si tratta di due torri d’acciaio indipendenti, una collocata sulla sponda siciliana e l’altra su quella calabrese.
Il traliccio siciliano, inaugurato nel maggio 1956, è alto 225 metri, più otto della base di calcestruzzo armato che lo sostiene, per totali 233 metri.
Fino al completamento dei piloni sul fiume Elba in Germania, il pilone di Torre Faro ha vantato il record del pilone più alto del mondo. Tuttavia il forte vento che costantemente soffia sullo Stretto ha indotto i tecnici all’utilizzo di cavi d’acciaio ad alta resistenza ma a bassa conducibilità elettrica, cosicché i cavi si sono rivelati con gli anni insufficienti per soddisfare la richiesta energetica e nel 1994 si è optato per la loro rimozione e la messa in attivazione di cavi sottomarini.
Oggi il pilone resta una fonte di attrazione turistica, particolarmente suggestiva di notte quando la struttura d’acciaio riflette le luci poste alla base e si staglia come un cono luminoso emergente dalle acque scure dello stretto.
Pur non avendo più alcuna funzione pratica, i piloni non sono stati tuttora abbattuti, e oggi, con lo status di monumenti storici tutelati, sono usati per misurazioni meteorologiche, esercitazioni di recupero in quota e telecomunicazioni. Dal 2006, il pilone di Torre Faro è stato aperto al pubblico per un paio di stagioni; la visita richiedeva di salire una scala di 2.240 gradini per raggiungere la piattaforma più alta. Ad oggi non è possibile raggiungere la cima.