Riserva Naturale Laguna di Capo Peloro
La Riserva Naturale Orientata Laguna di Capo Peloro è un’area naturale protetta che si estende nella estrema parte nord-orientale dell’isola, luogo in cui sorgeva il leggendario mostro marino di Cariddi.
Capo Peloro è uno dei punti che in qualche modo delimitano il perimetro triangolare dell’isola Sicilia. Nei pressi di Siracusa, si trova Capo Passero, la punta estrema nord-orientale dell’isola, luogo in cui sorgeva il leggendario mostro marino di Cariddi. Nel territorio di Marsala, si trova Capo Lilibeo, all’estrema punta occidentale della Sicilia, luogo in cui sorgeva Lilibeo, un’antica città cartaginese. Questi tre Capi sono legati dalla leggenda delle tre Ninfe e dal Mito di Tifeo.
All’interno del Territorio della Riserva insistono due Borghi marinari di grande ricchezza culturale oltre che ambientale: Torre Faro e Ganzirri; si trova il Pilone di Torre Faro, grande traliccio in disuso della linea elettrica ad alta tensione che attraversava lo stretto e il Parco culturale Horcynus Orca.
Il patrimonio ambientale della riserva comprende il lago grande, il lago piccolo e le spiagge di Capo Peloro.
Il Lago Grande, noto anche come Lago Ganzirri, è nato dalla fusione di un bacino più piccolo con lo stesso nome e di un altro bacino chiamato Madonna di Trapani. Nella zona di fusione il fondale è bassissimo impedisce lo scambio di grandi masse di acqua, creando due microambienti diversi. Il lago è collegato al mare attraverso due canali, mentre un terzo canale lo collega con il lago di Faro, ad esso adiacente. E’ stato dichiarato, insieme al lago di Faro, bene d’interesse etno-antropologico perchè sede di attività produttive tradizionali legate alla molluschicultura, in particolare alla tellinicultura.
Il Lago Piccolo, detto anche Lago Faro, è situato a nord rispetto al lago di Ganzirri ed è ad esso collegato tramite un canale. La particolarità di questo ambiente è la presenza persistente di idrogeno solforato a profondità superiori ai 10 m. Questa particolarità ha consentito lo sviluppo di particolari microorganismi che riescono a metabolizzare i derivati dello zolfo nell’interfaccia fra la zona ossica e quella anossica. E’ stato dichiarato, insieme al lago di Ganzirri, bene d’interesse etno-antropologico in quanto sede di attività produttive tradizionali legate alla molluschicultura, in particolare alla mitilicultura.
Le spiagge di Capo Peloro sono caratterizzate lungo la costa Tirrenica da acque più calde e mosse, lungo la costa Ionica da acque più fredde e limpide. Di particolare interesse è la spiaggia di Torre Faro, nella zona sotto il Pilone, che offre molteplici biodiversità sia nella flora che nella fauna. Di particolare interesse sono le Beach Rock, presenti su entrambi i versanti, sono tratti di costa con substrato duro e naturale, caso unico nel mar Mediterraneo, di notevole interesse in quanto ospita estese formazioni di biotipi protette a livello comunitario. Molto caratteristici del luogo sono i refoli, vortici generati dalla corrente dello Stretto di Messina, che nei secoli passati animarono la leggenda di Cariddi.
La Riserva di Capo Peloro è uno dei principali nodi dell’area di migrazione dei volatili, di molti esemplari di fauna marina e dei grandi cetacei. Quasi tutte le specie di rapaci sono state riscontrate in questi luoghi, comprese specie rare come l’Albanella pallida, la Poiana Codabianca e delle steppe, il Falco della regina, il Lanario, e il Capovaccaio. Lo Stretto di Messina inoltre si trova lungo le principali direttrici del Mediterraneo, quindi è attraversato da numerose specie marine. Tra queste ci sono i grandi pelagici, cioè il tonno, l’Alalunga, la Palamita, l’Aguglia imperiale ed il Pescespada. E’ inoltre un punto di passaggio obbligato per le migrazioni e gli spostamenti dei Cetacei. A causa della ricchezza trofica dello Stretto si verifica che questi pesci transitino in acque superficiali e possano essere catturati con le particolari barche chiamate passerelle o feluche, attive solo in questa parte del Mediterraneo. Infine di interesse è la presenza di selacei che migrano attraverso lo Stretto di Messina: lo Squalo Bianco ed il Capopiatto.
La flora della riserva si concentra intorno ai laghi dove si osserva una ricca vegetazione spontanea oltre a papiri, palme, oleandri, canne, pini marittimi, eucalipti, cipressi. Nel lago invece proliferano molti tipi di alghe. In particolare la presenza di alghe nel lago è tale che, all’inizio della primavera, il lago emana odori poco gradevoli a causa della presenza di una massa anomala di alghe in decomposizione. Questa massa è così estesa da ostacolare il passaggio delle barche e il lavoro dei molluschicultori, viene quindi raccolta e posizionata ai margini del lago stesso.