Chiesa Madre di Monforte San Giorgio
La Chiesa Madre di Monforte San Giorgio, dedicata al Santo patrono San Giorgio, occupa la piazza principale del paese.
Le sue origini risalgono al XIV secolo: secondo un’antica tradizione fu fatta edificare dal Gran Conte Ruggero e dedicata a San Giorgio in segno di ringraziamento per l’aiuto avuto durante la vittoriosa battaglia di Cerami contro gli arabi. In origine la chiesa era di rito greco, succesivamente fu radicalmente ristrutturata e ampliata tra la fine del sec. XV e gli inizi del XVI. A testimoniare ciò è il portale laterale a sinistra, datato 1507 e in stile gotico-catalano.
Un’ampia scalinata a tenaglia con due pianerottoli laterali che accolgono sedili con nelle spalliere raffiguranti il giglio di Francia, forse a ricordo della presenza angioina a Monforte, conducono alla chiesa.
La facciata, tripartita da quattro robuste ed alte paraste, è divisa in due ordini da un largo ed elaborato cornicione. Il portale maggiore presenta colonne scanalate sormontate da capitelli corinzi e, nella parte centrale del timpano spezzato, accoglie in nicchia la statua marmorea del patrono San Giorgio cavaliere.
L’interno è a pianta basilicale con tre navate, transetto e tre absidi a tribuna. Nelle navate laterali sono collocati cinque altari per parte e due portali d’ingresso.
Nella chiesa sono custodite opere di notevole pregio artistico. L’abside laterale dedicata al SS. Sacramento, accoglie il Cenacolo, complesso marmoreo monumentale unico nel suo genere, opera attribuita al cefaludese Jacopo del Duca (1596). Si tratta di una lavoratissima rappresentazione dell'ultima cena, completamente in marmo, impreziosita da una generosa doratura in foglia d'oro zecchino e da colori vivaci e tenui. Inserita tra le colonne e l'architrave, sopra il tabernacolo, vi è poi la parte più straordinaria dell'opera: una vera e propria stanza dove sono raffigurati a tutto tondo Gesù ed i dodici Apostoli durante l'Ultima Cena, in proporzioni a metà del vero. La ricchezza dell'oro, il suo splendore che fa brillare le forme delle cornici, del tabernacolo, delle statue dell'Angelo e della Madonna. Sopra, nella penombra, affiora la scena del Cenacolo.
Notevoli sono le due statue marmoree della Vergine col Bambino in braccio della bottega dei Gagini del secolo XVI e le due statuette in marmo raffiguranti l’Annunciazione, di Giovan Battista Mazzola del secolo XVI.
Tra le altre opere di rilevante pregio artistico ricordiamo: il dipinto Lo sposalizio mistico di S. Rosa del messinese Antonio Filocamo del 1705; la statua lignea di Santa Caterina d’Alessandria del secolo XVIII; il polittico su tavola con la Madonna e il Bambino tra Santi di Antonello De Saliba del 1530; il coro ligneo scolpito del secolo XVI-XVII; il soffitto ligneo cassettonato del secolo XVII-XVIII; il baldacchino ligneo del secolo XVII-XVIII con la tela della Madonna della Lettera di Carlo Maratta del secolo XVII; la tela di San Giorgio cavaliere di Onofrio Gabrielli del secolo XVII; nel transetto l’altare dell’Immacolata con arcone in pietra locale del secolo XVI; e il dipinto Immacolata tra Santi di ignoto risalente al secolo XVIII.