Santuario Maria Santissima del Tindari


Santuario Maria Santissima del Tindari

Vinceferraro - CC4.0

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 Via Monsignor Pullano, 12 - Tindari (ME)

La Basilica Santuario di Maria Santissima del Tindari, nota anche come Santuario della Madonna Nera di Tindari, sorge sulla sommità del colle di Tindari e domina i laghetti di Marinello.
E’ uno dei luoghi di culto più suggestivi della provincia di Messina, la cui storia sembrerebbe affondare le radici in quella antichissima dell’acropoli greca di Tyndaris, i cui ruderi si trovano nell’adiacente Area Archeologica di Tindari. L'edificio attuale ricopre l'area dove esisteva la primitiva fortezza di Tindari, la cui esistenza è documentata dalla presenza di merli nei preesistenti edifici di culto.
Il culto è legato alla statua lignea della Madonna bruna. Secondo la tradizione la statua, proveniente dall'Oriente per sfuggire alla persecuzione iconoclasta, impedì alla nave che la trasportava di ripartire, dopo che si era rifugiata nella baia di Tindari presso i laghetti di Marinello per sfuggire a una tempesta. I marinai depositarono a terra via via il carico, pensando che fosse questo a impedire la partenza, e solo depositarono a terra la statua lignea, la nave poté riprendere il mare. Questo fatto fu interpretato come il desiderio della Vergine di rimanere in quel luogo. La statua fu portata quindi sul colle soprastante, dentro una piccola chiesa che dovette in seguito essere più volte ampliata per accogliere i pellegrini, attratti dalla fama miracolosa del simulacro.
Nonostante si ci riferisca al Santuario di Tindari, in realtà i santuari sono due: quello antico e quello moderno. Si è preferito infatti costruire un nuovo santuario anziché ampliare l’antico, per preservare la bellezza e la storia di quest’ultimo. La storia dell’antico Santuario risale all’epoca in cui Tindari fu sede di diocesi. Tra il 1552 e il 1598, l’edificio venne costruito a picco sul mare e divenne in breve una celebre meta di pellegrinaggio. Si ritiene che l’antico Santuario sia stato eretto sui resti di un primitivo tempio legato al culto di Cerere o di altre divinità, ma non vi è prova certa a tal proposito poiché l’assalto dell’armata turco-ottomana di Barbarossa del 1544 distrusse ogni cosa. E’ noto che, col passare dei secoli, il Santuario antico non fu più in grado di contenere l’enorme flusso di pellegrini che accorrevano per venerare la Madonna Nera, così nel 1957, per volere del vescovo Monsignor Pullano, fu costruita la nuova chiesa, più grande, ed adiacente a quella antica.
Il Santuario antico presenta una facciata a capanna inserita fra campanili. Il rilievo dell'arco del portale è realizzato in bugnato assieme alla superficie del primo ordine della parete esterna della facciata. Il secondo ordine è contraddistinto da una finestra circolare sovrastante l'ingresso. Il terzo ordine è costituito da un timpano triangolare con la dedica "Ave Maria". I campanili sono abbelliti negli ordini inferiori da semplici cornici, negli ordini centrali da stelle a otto punte, ricavate dalla sovrapposizione di quadrati sfalsati, nel terzo ordine, dove è presente la cella campanaria, da monofore e a sinistra da un oculo cieco ospita il quadrante dell'orologio. Il quarto ordine presenta delle cuspidi con base quadrata.
Il Santuario moderno presenta una facciata con la parte centrale costituita da un corpo avanzato che si innalza sulla piazza antistante rivolta a occidente, la sopraelevazione costituisce lo sviluppo della torre campanaria. Le porte sono in bronzo, ai lati del portone centrale sono collocate, in apposite nicchie, le statue raffiguranti San Pietro e San Paolo. L'accesso al santuario è garantito da un atrio decorato da vetrate istoriate, in esse sono raffigurate le figure allegoriche delle virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza. Le virtù teologali sono riprodotte sui varchi d'accesso: Fede entrata sinistra, Carità varco centrale, Speranza ingresso destro.
Il santuario nuovo ha pianta a sviluppo basilicale, a croce latina, a tre navate, con transetto quadrato e abside semicircolare. Il basamento è in marmo di Billiemi, le falde della copertura sono rivestite di ceramiche azzurre. Sul fianco settentrionale, adiacente alla navata sinistra, è costruito un loggiato lungo 76 metri e largo 8, che permette di ammirare il panorama dei laghetti di Marinello. Sotto il loggiato è ricavato un ampio locale che, collegato alla cripta, forma la penitenzieria del santuario.
All’interno vi è la statua lignea della Madonna bruna, una scultura lignea, in cedro del Libano, orientaleggiante, databile tra la fine del secolo VIII e i primi decenni del secolo IX. La Madonna è nera, con un caratteristico volto lungo non facilmente riscontrabile in altre statue religiose, ed è una Theotókos Odigitria rappresentata come Basilissa, ossia come regina, mentre regge in grembo il Bambin Gesù che tiene la mano destra sollevata e benedicente. Sul capo è posta una corona o un turbante di tipo orientale. Sotto il trono, la scritta "Nigra Sum Sed Formosa" riprende la frase del Cantico dei Cantici 1,5, e significa letteralmente "Sono nera ma bella".
A rendere il Santuario di Tindari meta di pellegrinaggi, nonché luogo di grande fascino, sono anche le leggende che ruotano attorno al culto della Madonna Nera.

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