Oratorio del Santissimo Sacramento a Carini
L’Oratorio del Santissimo Sacramento a Carini fu innalzato nel XVI secolo accanto alla Chiesa Madre.
Di notevole interesse è l’aula dell’Oratorio, dove i confratelli si riunivano in preghiera, decorata finemente dalla bottega di Giacomo Serpotta e da alcuni suoi collaboratori, fra i quali Vincenzo Messina. L’aula si raggiunge attraverso un vestibolo a pianta rettangolare in cui è collocato un dipinto su lavagna che raffigura la “Madonna del Monserrato” di Arena del 1605. L’Aula, anch’essa a pianta rettangolare, ha le pareti ricoperte da preziose decorazioni in stucco e otto statue allegoriche, sedute su di un piccolo cornicione, raffiguranti la Fede, la Carità, la Fortezza, la Prudenza, la Speranza, la Giustizia, la Grazia e la Chiesa. La spalliera dei confratelli è limitata in alto dal cornicione sul quale sono sedute le virtù e viene chiusa, sotto le finestre, da una cornice in stucco.
La grande Aula prende luce da sei grandi finestre le cui pareti sono finemente decorate con putti in vari atteggiamenti e grandi festoni. Sotto le finestre sporgono delle mensole trilobate dove sono inseriti dei piccoli palcoscenici in cui sono rappresentati i più conosciuti miracoli eucaristici.
Sull’altare maggiore troneggia una grande tela del XVI sec. del “monocolo di Recalmuto” del pittore Pietro D’Asaro. Nella parete di fronte vi è un coretto contornato da quattro piccoli affreschi attribuibili al fiammingo Guglielmo Borremans e due tele che rappresentano “Elia che riceve il pane dagli Angeli” e la “Moltiplicazione dei Pani”. Il soffitto anch’esso bianco reca al centro il “Trionfo della fede” di F. Tancredi risalente al secolo XVIII.
Negli angoli dell’oratorio si scorgono dei serpentelli, “sirpuzze”, che sono considerati la firma di Giacomo Serpotta. Un’altra interpretazione è che questi rappresentino, essendo colorati di verde, la presenza del “Male” anche all’interno di un Oratorio.
L’Oratorio è visitabile in occasione di eventi o su prenotazione.