Cattedrale di Santa Fara a Cinisi
La Cattedrale di Santa Fara a Cinisi è l'edifico di culto principale della cittadina.
I lavori di costruzione iniziarone nel 1676 e furono portati a termine nel 1680. La Chiesa Madre Santa Fara di Cinisi venne costruita in un'unica navata per mancanza di spazio.
L'altare maggiore, adorno di pregevoli marmi e fasce di corallo e lapislazzuli, è sormontato da un'artistico tronetto. Nelle cappelle laterali sono collocate le statue di San Benedetto, di San Giuseppe e della Patrona Santa Fara. Un grande crocifisso spicca nel nudo sfondo della cappella di fronte a quello della Patrona; nell'arcata sono dipinti i quindici misteri, opera pregevole della scuola napoletana del 700.
Di notevole pregio sono: il dipinto su tavola del XVIII secolo, raffigurante la Santa Patrona, collocato sopra l'altare maggiore in una sontuosa cornice in oro zecchino; la settecentesca statua di Sant'Anna con la Madonna bambina, posta in prossimità della cappella di Santa Fara, di fronte alla statua di San Francesco d'Assisi.
I Padri benedettini hanno lasciato un'interessante biblioteca costituita da antiche opere, alcune scritte anche in latino. Vi troviamo libri di teologia dogmatica e morale, di Sacra Scrittura, di diritto canonico, ma anche di scienze, di storia e di letteratura, vite dei santi, vocabolari di diverse lingue ed enciclopedie; alcuni messali e libri corali: codici miniati di grande pregio, usati dai monaci per il canto in coro. Annessa alla biblioteca la sala espositiva degli antichi paramenti sacri.
Di notevole interesse sono una serie di cripte databili fra la fine del '600 e '700. La cripta principale denuncia la sua destinazione elitaria per la presenza del pavimento in ceramica, una disposizione ricercata delle sepolture in nicchia e soprattutto per la presenza di nicchie verticali destinate ad accogliere cadaveri tenuti da chiodi in ferro battuto tutt'ora visibili. Accanto alla cripta principale si trovano due stanze adibite a Colatoi, in cui ci sono degli spazi chiusi dove si trovano dei tubi in cotto e su cui, posizionati i cadaveri e sigillati da una lastra in ardesia, si lasciavano essiccare per circa 8-12 mesi.
Dai lavori di svuotamento sono emersi reperti di notevole interesse: 43 crocifissi, 22 monete di cui una d'oro e una d'argento e 607 medagliette votive in bronzo di rara fattura, oggi restaurate e conservate con cura in parrocchia, caratterizzate da raffigurazioni di Santi di una straordinaria espressività.