Chiesa di San Domenico a Corleone
La Chiesa di San Domenico di Corleone, ubicata nei pressi della zona soprana, rappresenta una delle maggiori emergenze urbanistiche ed architettoniche della città.
Fu edificata nel 1554 per volere dei padri Domenicani, accanto al convento preesistente. La struttura fu completata nel 1638 per volontà di Alessandro Scarlata dell’ordine dei domenicani. Per tale ragione i membri della stessa famiglia vennero seppelliti in due sarcofagi ai lati dell’altare maggiore.
Il prospetto della chiesa in conci di tufo, presenta doppie lesene, robusti portali, ed un caratteristico campanile.
L’interno della chiesa, in stile barocco, è suddiviso in tre navate, presenta undici altari laterali, e conserva il tipico impianto architettonico del periodo del Seicento. L’antiporta lignea, che morfologicamente ricorda il prospetto dell’edificio, è composta da tre pannelli istoriati con motivi floreali.
All’interno della chiesa sono custoditi moltissimi dipinti commissionati tra il Settecento e l'Ottocento, tra cui annoveriamo la tela raffigurante San Tommaso d'Aquino, posta nella cappella laterale che chiude la navata destra, e quella della Madonna del Rosario col Bambin Gesù, attribuito a Fra Felice di Sambuca, del XVII secolo, dove è raffigurata la Vergine circondata da quattro santi dell’ordine Domenicano, tra cui San Domenico e San Tommaso D’Aquino. Sul presbiterio è poi collocato un organo di stile barocco inserito all’interno di una cassa lignea munita di consolle a finestra. Il prezioso organo in legno intarsiato e dipinto del XVII secolo, fu eseguito dai due palermitani Giovanni Caramella e Francesco D’Amari. Ai lati dell’altare, appoggiati alle pareti, spiccano i due sepolcri monumentali in marmo mischio policromi. Le due tombe furono realizzate dall’artista Giacomo Girardo nel 1630. I Padri domenicani eressero questi due sepolcri per ricordare il benefattore che con il suo lascito permise il completamento dei lavori della chiesa e del convento, infatti nei due mausolei sono conservate le spoglie di Don Giovanni Battista Scarlata e della propria consorte. Infine di notevole pregio è l'acquasantiera di intonazione lombarda in marmo del 1500.
L’annesso oratorio della Compagnia, che purtroppo attualmente versa in cattivo stato di conservazione, conserva al suo interno gli eleganti arredi settecenteschi e la statua qui ritrovata della Madonna del Rosario col Bambino Gesù del 1600.