Abbazia di San Martino delle Scale a Monreale
Il Monastero Benedettino e la Basilica Abbaziale di San Martino delle Scale è un complesso monumentale che copre un’area di circa 20.000 metri quadrati ed è strutturato in un grande quadrilatero suddiviso in quattro settori, due chiostri e due cortili, oltre il chiostro di san Benedetto, costruito intorno al 1612 nella parte più antica del monastero, proprio dietro la Basilica.
La nascita di questo complesso probabilmente risale al periodo normanno per volere di Papa Gregorio Magno. Fu in seguito distrutto dai Saraceni nel IX secolo, e ricostruito nel 1347, per desiderio dell’arcivescovo di Monreale Emanuele Spinola, ad opera di sei monaci benedettini che operarono sotto la guida di Don Angelo Sinisio.
La basilica abbaziale, costruita sulla chiesa preesistente alla fine del XVI secolo, presenta una facciata su tre elevazioni senza alcun elemento architettonico di rilievo.
La chiesa è a pianta basilicale a croce latina con una sola navata, transetto, cupola e 10 cappelle, che ospitano altrettanto altari in stile barocco. Di notevole pregio è il portale, manufatto marmoreo recante 20 scene raffiguranti il Mistero Pasquale che si ritiene possa essere un reperto della vecchia chiesa del XII – XIII secolo. L’altare maggiore è composto da preziosi marmi mischi mentre il paliotto che guarda il coro è in verde antico. Alle spalle troviamo il magnifico coro ornato da 68 stalli in legno intagliato, superbamente lavorato a mezzo rilievo.
Sopra la sede abbaziale che sta al centro, sovrasta uno dei migliori organi d’Italia col magnifico prospetto laccato in oro e le sue 4000 canne. Fu realizzato nel 1594 dal magister Raffaele Lavalle e successivamente ingrandito e completato da Francesco La Grassa nel secolo XIX.
Il Monastero di San Martino delle Scale rappresenta la più grande istituzione della Congregazione cassinese nel Regno di Sicilia.
Al 1778 risale la realizzazione della superba facciata caratterizzata dal vestibolo con statua equestre di San Martino e il povero, opera di Ignazio Marabitti. Dello stesso artista la Fontana dell'Oreto addossata alla chiesa. Una sontuosa scalinata settecentesca a due rampe, affrescata secondo il gusto pompeiano, introduce alla sala Capitolare e ai diversi saloni settecenteschi.
All’interno dell’edificio si trovano le aree di clausura come i dormitori e i due refettori: uno detto della Ricreazione e l’altro detto dell’Osservanza. In quest’ultimo i monaci consumano i pasti in silenzio, come vuole la Regola benedettina, ascoltando la lettura quotidiana. Di notevole pregio è l’affresco sul tetto, in cui è rappresentato l’episodio biblico di Daniele nella fossa dei leoni di Pietro Novelli del 1629 e il grande quadro in fondo alla sala in cui è rappresentata la cena di Gesù a casa di Matteo Levi, attribuito ai pittori Mariano Smiriglio e Filippo De Mercurio, risalente al 1602.
Nel monastero di san Martino sono presenti più chiostri, ma il più conosciuto è quello comunemente chiamato Chiostro di san Benedetto, realizzato a partire dal 1612 a più riprese nell’area dove sorgeva precedentemente un altro Chiostro più piccolo.
Il chiostro deve il suo nome alla fontana sormontata dalla magnifica statua di San Benedetto che si erge al centro della struttura. La statua rappresenta San Benedetto, con testa e mani in marmo bianco, con a fianco due angeli che mostrano in due lapidi marmoree il programma benedettino. L’opera fu realizzata nel 1728 dallo scultore Benedetto Pampillonia.