Castello a Mare a Palermo
L’Area Archeologica di Castello a Mare di Palermo costituisce oggi più della metà del molo Trapezoidale del porto di Palermo.
La fortezza, nel corso dei secoli, è stato ingrandita e modificata al fine di incontrare le esigenze dei vari governi e delle diverse dominazioni. E’ stato la residenza dei viceré di Sicilia e anche sede siciliana del Tribunale dell'Inquisizione. In età borbonica fu abbandonata. Tra gli anni Venti e la Seconda Guerra Mondiale venne demolita e ciò che ne rimase venne danneggiato dai bombardamenti.
Nel 2009, in occasione di scavi iniziati nel 2006 per restituire alla città i resti di un insediamento arabo in piazza XIII Vittime, è stato riportato parzialmente alla luce per diventare poi il nucleo del Parco archeologico del Castellammare.
La fortezza, fino al 1923, presentava una cinta muraria quadrangolare bagnata su due lati dal mare, che racchiudeva al suo interno un enorme complesso architettonico. Anticamente il castello era composto da un grande maschio di epoca araba, alcune parti normanne, come la Cappella della Bagnara, bastioni e zona d'ingresso quattrocenteschi, un palazzetto rinascimentale, una chiesa cinquecentesca, la Madonna di Piedigrotta, edificata su una antica moschea araba, due basse torri esagonali e molte altre strutture e fabbriche di epoca più recente. Degli antichi edifici rimangono parte della torre mastra, la torre cilindrica ed il corpo d'ingresso.
All'interno del parco si possono visitare due zone principali: la Torre Mastra, circondata da una zona di rispetto, e un'ampia zona archeologica con l’insieme eterogeneo di edifici che la caratterizza.
Il sito è oggi sede anche di concerti e grandi eventi legati al territorio di Palermo.
