Chiesa della Martorana a Palermo
La Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota anche come la Martorana, deve la sua più comune denominazione alla presenza di un monastero benedettino femminile al quale, nel 1435, il re Alfonso “il Magnanimo” concesse la chiesa.
La chiesa fu edificata a partire dal 1143 per volere dell’Ammiraglio del Regno, Giorgio Antiocheno, come ringraziamento per l’aiuto e la protezione concessagli dalla Santissima Vergine. Malgrado le trasformazioni operate nel XVI e XVII secolo, di cui la facciata barocca ne è l’esempio più evidente, questo affascinante edificio sacro conserva l’originario stile arabo–normanno come dimostra il corpo squadrato sormontato da una cupoletta emisferica. L’ingresso della chiesa avviene attraverso l’elegante torre campanaria a base quadrata costituita da quattro ordini, con i primi due molto squadrati, risalenti alla costruzione originaria, e quelli superiori databili al XIV secolo, molto traforati con bifore e colonnine angolari.
L’interno della chiesa presenta nella parte alta delle pareti, nei sottarchi e nella cupola magnifici mosaici bizantini considerati i più antichi della Sicilia. Punto centrale di tutta la decorazione musiva è l’immagine di Cristo Pantocratore circondata da arcangeli, apostoli, santi e profeti. Completano il ciclo i mosaici con la Natività di Gesù, il Transito di Maria, l’Annunciazione e la Presentazione al Tempio.
Della decorazione musiva che in origine ornava la parete del portico rimangono soltanto due suggestivi pannelli che nel 1538, a seguito della distruzione del portico, furono spostati nei recessi laterali dell’ingresso, dove ancora oggi si possono ammirare.
Il magnifico coro delle monache, che sostituisce l’atrio porticato originario costruito alla fine del cinquecento per volontà della badessa Eleonora di Bologna, si è salvato dalle demolizioni ottocentesche e ospita opere del celebre pittore fiammingo Guglielmo Borremans, di Olivio Sozzi e di Giuseppe Salerno. Splendida è la pavimentazione policroma a mosaici e tarsie marmoree.
Sotto la zona del presbiterio si trova l’antica cripta sepolcrale delle monache, dalla quale attraverso un camminamento sotterraneo si raggiungeva un belvedere su palazzo Guggino Bordonaro, da dove le monache potevano godere dell’ambito affaccio sul Cassaro.