Grotte dell'Addaura a Palermo
Le Grotte dell’Addaura a Palermo sono un complesso di grotte, ubicate a circa 70 metri sul livello del mare del versante settentrionale del Monte Pellegrino, testimonianza del più antico insediamento umano ad oggi individuato nel Golfo di Mondello, riferito ad un gruppo di cacciatori paleolitici che qui hanno vissuto dall’Epigravettiano finale fino al Mesolitico.
Il complesso è composto da quattro cavità principali: la Grotta Perciata, la più grande, Grotta Caprara, Grotta delle Incisioni e la Grotta dei Bovidi o Antro Nero.
Tutte le grotte sono di interesse archeologico: Grotta Caprara e l'Antro Nero sono ricche di utensili di selce e quarzite utilizzati per la caccia e di ossa fossili del pleistocene come elefanti nani ed ippopotami; le Grotte Perciata e Caprara presentano fenomeni carsici; le Grotta delle Incisioni e la Grotta dei Bovidi presentano immagini graffite ed incisioni risalenti a circa 14.000-20.000 anni fa. Nell’Antro Nero sono raffigurati bovini, cervi e cavalli selvatici, mentre nella Grotta delle Incisioni è presente la più alta testimonianza di arte parietale del Paleolitico Superiore per la presenza di figure umane particolari, sia per il realismo con cui sono tracciate che per il significato enigmatico delle scene rappresentate.
Sulla parete sinistra molti graffiti sono stati erosi dagli stessi paleolitici per sovrapporre altri graffiti, cancellando quindi la parte più antica delle raffigurazioni di cui restano solo i solchi più profondi. Proprio i graffiti rappresentati su quest’ultima parete sono quelli che hanno suscitato maggiore interesse: sono raffigurate undici figure umane ed una animale, legate fra loro in due composizioni.
Nella prima composizione vi sono dieci figure maschili ed una femminile, ritenuta tale perché ha un’incisione all’altezza del seno che non compare nelle altre figure. Le figure maschili sono tutte a corpo nudo, in atto di danzare, con glutei, gambe e polpacci ben delineati. Mancano del tutto mani e piedi. Otto di queste figure hanno la testa ricoperta da una maschera a becco d’uccello o da una barba appuntita e una folta capigliatura. Al centro della scena ci sono due personaggi itifallici in posizione distesa o in un volteggio aereo. I lori corpi sono più snelli, le loro teste calve, il loro pene di dimensioni maggiori rispetto alle altre figure. Diverse sono le interpretazioni di questa scena, si ritiene possa essere rappresentato un rito di iniziazione o un rito per la fecondità oppure una gara acrobatica o ancora un sacrificio umano. Il personaggio femminile è immobile, assiste alla scena ed ha qualcosa tra le gambe, forse un sacco vuoto.
Nella seconda composizione compare una figura maschile dietro un grande daino galoppante, con le zampe posteriori fortemente ripiegate come se si stesse arrampicando; alle spalle c’è la figura femminile in stato di gravidanza che porta un sacco sulle spalle, ed altre due figure maschili che camminano in senso contrario l’una all’altra. In basso sono disegnati diversi animali sparsi sulla parete. Queste rappresentazioni graficamente non hanno lo stesso valore di quelle umane, sia per la qualità del tratto che per l’espressività delle figure.